Egr. Sig. Ministro,
sono Gianni Liviano, consigliere regionale della Puglia e tarantino.
Ho ascoltato le dichiarazioni da Lei rilasciate giovedì 6 settembre a conclusione della trattativa sulla cessione dello stabilimento Ilva di Taranto. In quell’occasione, Lei ha annunciato la volontà Sua e del governo di cui fa parte di lavorare ad una legge speciale per rilanciare la città di Taranto.
Questa Sua dichiarazione, caro ministro, mi ha colpito favorevolmente. Per questo motivo ho deciso di scriverLe dal momento che la Regione Puglia, il 16 gennaio c.a., ha approvato una legge speciale per Taranto pensata e redatta dal dal gruppo di lavoro da me coordinato.
Si tratta di un provvedimento innovativo, che sono lieto di allegarLe alla presente.
Perché abbiamo pensato, sig. Ministro, ad una legge regionale speciale per Taranto? Perchè in Europa e nel mondo, molte città hanno mostrato la capacità di invertire con successo le proprie condizioni di declino in nuove prospettive di futuro ricreando condizioni competitive e di coesione sociale. Sono quasi sempre città di media grandezza, spesso legate al destino del ciclo di vita di grandi imprese storicamente lì insediate.
Il destino delle One Company Town appare segnato quasi sempre da grandi investimenti industriali, dalla generazione di ricchezza distribuita ma anche dalla distruzione di risorse identitarie e fattori competitivi originali, dall’accelerazione dell’attrattività urbana anche oltre i confini territoriali, all’abbandono urbano e al degrado dei processi di de-industralizzazione legati alla fase discendente del ciclo di vita degli investimenti di grandi industrie. Dalla incorporazione di nuove competenze professionali alla dissipazione dei profili professionali tradizionali e alla perdita della spinta innovativa del tessuto economico e sociale. Dall’innalzamento repentino del tenore di vita di una comunità al progressivo lacerarsi della sua coesione sociale nei tempi della crisi. Sino all’antinomia occupazione contro salute. Come nel caso di Taranto.
Taranto, infatti, non sfugge a questo destino e, se può dirsi, lo accentua nei suoi fenomeni più dirimenti.
La spinta straordinaria e l’attenzione crescente anche da parte del Governo nazionale precedente con il CIS su Taranto sono il segno, forse anche tardivo, di una condizione di specialità che la città di Taranto e il suo comprensorio manifestano in virtù degli effetti che legano il suo destino a quello dell’Ilva.
Le città più competitive non sono quelle in grado soltanto di attrarre innovazione, persone ed economie ma quelle che diventano generatrici di creatività, si configurano come potenti incubatori di economie dell’innovazione, della cultura, della ricerca, della produzione, investendo nella economia dell’esperienza e rafforzando il proprio capitale identitario.
Il cosiddetto “indice d’identità” è ciò che specularmente ha garantito il successo di strategie di città come Liverpool, Valencia, Marsiglia, Helsinki attraverso nuove visioni di rigenerazione urbana e comunitaria che sono state fortemente sostenute dalle autorità locali e nazionali.
Il successo nell’implementazione di nuove strategie di sviluppo urbano e territoriale è stato conseguenza dall’esistenza di una profonda stratificazione culturale di risorse identitarie, accoppiata a volontà e competenze istituzionali e tecniche capaci di metterle in valore e ad una popolazione che avverte la necessità di interagire e di partecipare al progetto di trasformazione.
Con la legge regionale speciale per Taranto, egr. sig. Ministro, abbiamo pensato di rafforzare il sistema delle competenze e delle dotazioni pubbliche ed istituzionali per aumentare la capacità di visione e tecnica ed operativa degli attori pubblici locali; di avvicinare le competenze ordinarie ed operative della Regione Puglia al governo dei fattori territoriali; di rafforzare i processi di partecipazione attiva della comunità territoriale al confronto pubblico sul destino e sul futuro della città e del suo comprensorio; di integrare nel sistema degli obiettivi generali della programmazione dello sviluppo regionale 2014-2020, gli obiettivi specifici prioritari per accelerare una nuova dislocazione di Taranto nelle strategie di sviluppo regionale; di assumere condizioni peculiari e transitorie nell’azione ordinaria di governo qualora necessarie alla accelerazione dei processi virtuosi ricercati (sotto il profilo della fiscalità regionale piuttosto che sui fronti degli aspetti normativi e regolativi sui temi urbanistici, ambientali, economico-produttivi, della salute); di focalizzare gli aspetti territoriali specifici nella dotazione degli strumenti di Pianificazione regionale (piano dei trasporti, Acqua, salute, rifiuti, PPTR) proponendo azioni specifiche; di costituire un tavolo interdipartimentale che programmi il set di azioni strategiche per Taranto non lasciando la definizione delle strategie di sviluppo regionali sul tema ai soli effetti della programmazione del CIS; di attivare una funzione di integrazione e coordinamento delle Autorità di Gestione dei fondi SIE e del FEASR per garantire una programmazione di risorse integrate nel ciclo 2014-2020 che faccia emergere il valore di una strategia multisettoriale per la città di Taranto ed il suo territorio; di definire azioni finalizzate alla rigenerazione urbana e alla coesione sociale.
Ecco, sig. Ministro, alla luce di quanto espostoLe e delle Sue recentissime dichiarazioni, Le chiedo di poterLa incontrare al più presto, insieme agli altri estensori della legge, in modo da meglio esplicitarLe il senso e i contenuti della legge regionale speciale per Taranto e intraprendere un percorso comune sulla strada per il rilancio della città dei due mari offrendo un valido punto di partenza al governo di cui Lei è autorevole espressione e, magari, trovare le forme perché questa legge regionale speciale per Taranto possa usufruire anche di finanziamenti statali.
In attesa di un Suo cortese riscontro, l’occasione mi è gradita per rivolgerLe i più cordiali saluti.
Taranto, lì 07/09/2018
dott. Gianni Liviano
Consigliere regionale