“L’accordo su Ilva è una buona cosa e fa calare il sipario – come ampiamente previsto – su insopportabili finzioni e furbizie. Per chiudere la pratica piacerebbe ascoltare ora il parolaio piglio ‘mi piego ma non mi spezzo’ dei colleghi Consiglieri regionali 5S, i quali certamente contesteranno l’accordo e il ministro Di Maio, in coerenza con quanto sostenuto dal 2015 e ribadito sino a qualche settimana fa: chiusura, bonifica e riconversione. Anche se c’è chi scommette nel loro silenzio, forse per ristorare le corde vocali dopo anni d’infuocate requisitorie nell’Aula del Consiglio.”
Lo dichiara il Consigliere regionale Fabiano Amati.
“Mi pare che non ci si poteva aspettare nulla di diverso. Spiace solo osservare la spregiudicatezza con cui è stato usato l’impegno civile di tante associazioni tarantine, fino all’ultimo affollato incontro pubblico convocato dal ministro Di Maio per rispettare il copione teatrale della strategia d’uscita dalla menzogna.
Ora speriamo solo che il seguito della storia siderurgica di Taranto e della Puglia tenga in attività una pubblica amministrazione lucida, severa e mai accondiscendente nel controllare l’esecuzione di tutte le prescrizioni anti inquinamento, o ad irrogarne altre più compatibili con tecnologie sempre nuove. Perché fuori da questo contesto il rischio è il richiamo ai valori di salute e occupazione solo quando le nostre parole avessero bisogno di essere farcite da un po’ di retorica”.