Il governo nazionale ha più volte rimarcato, tanto più dopo la tragedia del crollo del ponte di Genova, l’importanza di promuovere e finanziare un imponente piano di manutenzione e messa in sicurezza delle infrastrutture che da nord a sud mettono in collegamento il Paese.
Dai ponti alle strade, dai viadotti alle autostrade, l’Italia necessita certamente di interventi straordinari per tutelare l’incolumità delle persone e fornire, così facendo, anche un impulso non indifferente all’intero sistema economico. Gli investimenti pubblici, quando sono mirati e orientati a criteri di efficienza, producono effettivamente buoni risultati.
Il ponte girevole di Taranto, simbolo della città, è sicuramente tra quelle opere che sono finite sotto la lente di ingrandimento degli ingegneri: più volte, com’è noto, ne sono state rilevate le criticità e più volte, anche questo è fatto noto, sono state avanzate ipotesi di intervento e di messa in sicurezza.
Ora è arrivato il momento di agire. Chiediamo pertanto al vicepremier Di Maio, titolare del dicastero dello Sviluppo Economico, di adoperarsi affinché si metta mano ad un progetto di riqualificazione del ponte girevole finalizzato a garantirne la piena fruibilità in totale sicurezza per i cittadini e per tutti coloro che per varie ragioni lo attraversano.
Per una realtà come quella tarantina, un intervento di questa portata testimonierebbe, con i fatti, l’attenzione che l’Esecutivo Lega-5 Stelle destina a Taranto. I fondi ci sono, se solo pensiamo alla dotazione finanziaria di cui dispone, almeno sulla carta, il Contratto di Sviluppo per Taranto. Anche per questa ragione non dovrebbe essere complicato finanziare un progetto di manutenzione straordinaria del ponte girevole che, peraltro, è di proprietà del ministero delle Infrastrutture ma gestito dalla Marina Militare. Anche sotto questo profilo, dunque, non ci sarebbero grossi problemi trattandosi di un’opera che ricade nella piena titolarità giuridica dello Stato.
Su questo come su altri interventi riguardanti la città bimare e la sua provincia, sarebbe inoltre auspicabile che proprio il ministro Luigi Di Maio avviasse un percorso di confronto con gli enti locali, a partire dal Comune di Taranto.
Al vicepresidente del Consiglio dei Ministri chiediamo, sempre per parlare il linguaggio della concretezza e in un’ottica di dialogo costruttivo, di convocare al più presto una riunione per fare il punto sul Contratto di Sviluppo dell’area ionica.
Da molti, troppi mesi, l’incertezza regna sovrana.
E Taranto non può proprio permetterselo.
Taranto, 4 settembre 2018
Piero Bitetti
Mimmo Cotugno
Vittorio Mele