L’associazione Marco Pannella ha effettuato venerdì 31 agosto una visita ispettiva presso l’hotspot di Taranto accompagnando l’onorevole del Partito democratico Ubaldo Pagano.
La delegazione nelle persone di Pino De Padova e Annarita Digiorgio è stata guidata nella visita con l’on Pagano dai funzionari della Prefettura, della questura e della polizia municipale di Taranto, insieme ai militari in servizio.
L’hotspot di Taranto è stato riaperto a metà luglio dopo quattro mesi di lavori di adeguamento. Questi sono stati effettuati da Invitalia che é la società che l’ha costruito, e i cui operai al pari di ogni lavoratore che opera all’interno del Centro per accedere abbisognava di previa identificazione e permesso. Infatti l’hotspot è un luogo off limits, il cui ingresso, extra operatori, come per gli istituti penitenziari, é autorizzato solo ai parlamentari.
I lavori di adeguamento in particolare grazie all’aggiunta del padiglione sanitario e degli impianti di raffreddamento hanno sicuramente reso la struttura più accessibile a ospiti che devono sostarvi per non più di 48 ore. Solo la brevità della permanenza infatti può giustificare una Struttura del Genere nella terra di mezzo tra il porto mercantile e ilva, esattamente sotto i nastri trasportatori, nonché 400 letti attaccati l’uno all’altro all’Interno di conteiner parcheggio.
La struttura costruita nel 2016 ha ospitato 25 mila migranti, Con una capienza di 400 posti. Non sempre nei periodi di sovraffollamento per pochi giorni, e con diversi casi di violazione di diritti umani per cio la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha chiesto chiarimento all’Italia.
Da gennaio 2018 ad oggi gli ospiti sono stati 582. Al netto dei 4 mesi di chiusura, è lampante il netto calo degli arrivi. Mediamente un solo arrivo la settimana da 30 ospiti L’uno, che viene smaltito in giornata.
Oggi che abbiamo effettuato la Visita, il Centro era vuoto. Questo perché non ci sono sbarchi nel resto d’italia, e quindi neppure smistamenti qui. Ricordiamo infatti che questo è un centro di identificazione, i migranti arrivano solo per essere identificati giuridicamente e ricollocanti presso cas se decidono di ricevere accoglienza, e lasciati liberi se decidono di accedere ad altri confini o stare in Italia a spese loro. Solo chi rifiuta la richiesta di asilo riceve lettera di espulsione (la Maggior parte di questi perché preferisce chiederlo in Francia dove è piu facile averlo, ma l’accordo di Dublino ti obbliga a chiederlo nel paese di primo arrivo). Se espulsi vengono comunque lasciati liberi per rimpatrio autonomo entro 7 giorni, oltre i quali condotti nei lagher dei Cie.
Se in un primo momento era nato come luogo di raccoglimento per smistare i profughi arrivati sulle coste adriatiche, da quando gli sbarchi si sono accentrati in Sicilia l’hotspot di Taranto è passato ad ospitare esclusivamente i migranti raccattati a Ventimiglia. Da li infatti, respinti dai confini francesi, vengono coattamente raccolti e trasportati quasi sempre senza documenti, Vestiario, e in promiscuità sanitaria (molti con malattie infettive) su autobus privati che li caricano su e giù per l’Italia fino a Taranto. Il 99 per cento arriva qui senza documenti, la questura presente nel centro provvede a fotosegnalarli con impronte digitali e segnare il nome e l’età che dichiarano. A questo punto poi se hanno richiesto accoglienza vengono accompagnati al cas assegnato (all’interno della regione Puglia) altrimenti lasciati liberi.
La maggior parte di loro non vuole rimanere in Italia, che è solo luogo di approdo per raggiungere altri paesi, dove quasi sempre li aspetta il resto della famiglia. Ma non accettano di accedere a procedura di ricongiungimento familiare perché troppo lunga. Da qui quindi riprovano a tornare a Ventimiglia, ma se vengono rifermati, nonostante già identificati, ritornano a Taranto. E la giostra ricomincia. L’infinito gioco dell’oca Ventimiglia-Taranto. Qualcuno ha fatto avanti e indietro per oltre tre volte,
Alla fine costretto a scegliere di accettare accoglienza. questo circolo vizioso dimostra che è un sistema sbagliato: si portano all’infinito migranti su e giù per L’Italia, con viaggi costosi e inutili, identificando piu volte la stessa persona, quando sarebbe più utile ed economico farlo in prossimità del luogo di raccolta.
Il fatto che il Centro sia Vuoto dimostra poi che non c’è nessuna emergenza immigrazione (a differenza degli altri anni), a maggior ragione sarebbe piu facile effettuare questo passaggio vicino Ventimiglia.
Sul fronte della Gestione del centro abbiamo reperito i contratti di aggiudicazione tra la prefettura e il Comune di Taranto (il comandante della polizia Municipale é il
Direttore del Centro) e tra questo e l’associazione Noi & Voi che ne fornisce i servizi. Tale contratto é Stato oggetto dell’autorità di anticorruzione che dopo aver vagliato istruttoria con relative controdeduzioni ha stilato una relazione segnalando che la gestione del comune presenta profili di anomalia e criticità. In particolare l’autorità presieduta da Cantone ha segnalato l’improprio frazionamento degli appalti di servizi e forniture, l’improprio utilizzo delle proroghe, e la mancanza dell’urgenza necessaria per la procedura negoziata, la necessità di procedura di comparazione anziché affidamento diretto superando i 40mila euro, e la non effettiva classificazione di rimborso spese dei 30 euro giornalieri assegnati ad operatore della Cooperativa che formalmente figurano come volontari.
Tale relazione dal 1 Marzo è stata inviata al ministro dell’interno salvini, che però non ha proceduto ad alcun intervento.
Tra L’altro la procedura è stata avviata dall’anticorruzione su segnalazione del
Deputato 5stelle Brescia che un anno fa all’opposizione tramite una interrogazione segnaló queste criticità, e che ora al Governo tace sulla vicenda.
Per le Ragioni fin qui esposte, la mancanza di ospiti nel Centro, l’inutilità dei viaggi a giro dell’oca Ventimiglia-Taranto di migranti che potrebbero essere identificati a Ventimiglia senza andare in giro per l’Italia, e l’interruzione di un business del valore di 70 milioni, chiediamo proprio al portavoce di queste battaglie ora ministro dell’interno salvini, di chiudere immediatamente l’hotspot di Taranto.
Altrettanto chiediamo a Dimaio: proprio lui che vuole Chiudere ilva per una relazione di Cantone perché non fa altrettanto con l’hotspot ugualmente dallo stesso attenzionato?
Infine, Visto la fine dell’emergenza rappresentata plasticamente dal Centro completamente vuoto, chiediamo di Chiudere l’hotspot anche al Sindaco del comune di Taranto che lo Gestisce.