Oramai siamo giunti allo scadere della proroga e il Governo non dice cosa vuole fare davvero dell’Ilva. È veramente singolare che, nonostante le richieste di Sindacati, Associazioni ambientaliste, Confindustria, Federmanager, Enti locali e nonostante l’attenzione del mondo intero sulla vicenda, il Ministro Di Maio continui a non dichiarare quale sia la posizione del Governo su quella che è la più grande crisi aziendale esistente oggi nel Paese.
Come può un Governo comportarsi in questo modo in una vicenda che riguarda la vita di decine di migliaia di persone e il futuro industriale del Paese? Caro Ministro Di Maio, basta con i giochi di prestigio: non si può far credere al Paese che il Governo sta valutando ancora tutte le ipotesi, mentre mancano 15 giorni allo scadere del commissariamento, con una gara assegnata e con le prescrizioni AIA che dovrebbero essere in corso, fra cui la copertura dei parchi minerari che è stata formalmente avviata a febbraio per essere consegnata nel 2020. Se tutte le ipotesi fossero davvero in campo, anche quella per la chiusura della fabbrica, come il M5S ha promesso in campagna elettorale, il Ministro Di Maio deve spiegare, per esempio, perché si stanno spendendo 300 milioni di euro per coprire i parchi. Bene stanno facendo i Sindacati, la Fiom ha annunciato che domani effettuerà un sopralluogo per verificarne lo stato dei lavori, ma il Governo continua a fare scena muta.
Come avevamo ampiamente previsto, le richieste fatte all’Avvocatura dello Stato sono servite solo a prendere tempo e adesso che siamo agli ultimi giorni di commissariamento, nessuna risposta è stata data alla Città di Taranto ed ai lavoratori della fabbrica. A questo punto, mi sembra ovvio che il Governo rischia di dover lasciare tutto così come predisposto dalla gara assegnata, salvo qualche gentile concessione dell’acquirente, oppure di tentare di prorogare ancora i termini del commissariamento, immettendo in cassa ulteriori risorse e approvando un nuovo Decreto Urgente che potrà chiamare nel modo più congeniale alla propria propaganda, ma sarà esattamente una prosecuzione dei “Salva Ilva” fatti dal Governo precedente.
La nostra proposta è sempre la stessa e attende una risposta: nazionalizzare la fabbrica per garantire, attraverso l’intervento pubblico, che si faccia la Valutazione del Rischio e dell’Impatto Sanitario, per poter individuare la reale portata di quello che si deve fare per garantire salute pubblica, occupazione e produzione. Dal caso dell’Ilva di Taranto deve partire un vero e proprio New Deal industriale per il Paese e questo non può essere demandato alla strategia economica di una multinazionale indiana, ma è un compito che spetta alla politica.
Se il Governo non fa niente di tutto questo, ma lascia che l’acquisizione da parte degli indiani vada in porto, mantenendo l’attuale assenza di garanzie per la piena occupazione e per la salute pubblica, il Ministro Di Maio ed il suo movimento politico saranno stati la più grande illusione che sia mai apparsa sulla scena politica italiana.
Mino Borraccino