Neanche un mese fa eravamo stati in visita ispettiva presso il carcere di Taranto per verificare la condizione nella quale si era tolto la vita Michele La Neve, un ragazzo rinchiuso in galera in custodia cautelare solo poche ore prima.
A dire il vero, Dopo essere stato in Carcere con esponenti di pd e Forza Italia, avevamo chiesto ai parlamentari 5 stelle di accompagnarci a ferragosto ma non abbiamo ricevuto risposta. E mentre nulla ancora é Venuto alla luce di quella tragica è ingiusta Vicenda veniamo a sapere che proprio dopo ferragosto un altro ragazzo si è suicidato in cella a Taranto. Non sappiamo ne il suo nome ne le ragioni ne la situazione in cui ha
Vissuto in galera, cosa di cui cercheremo di informarci con una visita immediatamente. L’unica cosa che però sappiamo è che anche lui era in carcere per arresti preventivi, scontava cioè una pena che ancora non gli era stata data.
Le condizioni delle carceri sono tragiche e continueremo come sempre costantemente a verificarle, segnalarle e denunciarle, ma mai la soluzione ad esse sarà come paventa il nuovo
Governo “più galera”. Il sovraffollamento del carcere di taranto è un’emergenza, ma ad essa non si può rispondere come ha proposto il Garante regionale pugliese dei detenuti con il loro trasferimento in altro istituto (anche perché sono sovraffollati tutti). Il problema riguarda la Concezione della pene, e la diversificazione, personalizzazione e utilità delle pene. E complessivamente tutta la giustizia. Come la riforma penitenziaria Orlando tentava di fare e che invece il nuovo governo ha affossato per un più medioevale ed inutile sistema carcerocentrico.
Il fatto che ancora oggi, nonostante tutti i mini decreti cosiddetti svuota carceri, che nulla hanno svuotato, quasi la metà della popolazione penitenziaria è in galera preventivamente in attesa di giudizio e che di questi oltre la metà a fine processo
Verrà dichiarata innocente, dimostra che la custodia cautelare è solo un modo per pubblicizzare sicurezza a discapito delle garanzie, usato per garantire una pena che anche per colpa Della lentezza della giustizia non trova luce nel processo, e a volte, Come in questo caso, neanche nel
Corso della Vita.
Esprimiamo come sempre la nostra solidarietà a tutti gli operatori che con i detenuti soffrono le pene di una comunità penitenziaria vittima tutta di questo sistema di mala giustizia, continueremo a lottare insieme per il diritto di chiunque, e quindi degli ultimi, e quindi di tutti.
Associazione Marco Pannella