L’iniziativa ferragosto in carcere fu lanciata da Marco Pannella appena eletto parlamentare per la prima volta nel 1976.
La Facoltà di visita ispettiva presso gli istituti penitenziari, senza preavviso ne limitaZioni, era sempre esistita, ma nessuno l’aveva mai esercitata prima di allora.
Nel 1976 per la prima volta 4 parlamentari entrarono in parlamento, e due mesi dopo, il giorno di ferragosto i 4 deputati Pannella, Bonino, Faccio e Mellini (accompagnati dai 4 “deputati supplenti” Franco De Cataldo, Roberto Cicciomessere, Suor Marisa Galli e Angelo Pezzana) andarono in galera e si chiusero dentro perché i carcerati non avevano le coperte che per regolamento dovevano avere, e Non uscirono finché non arrivarono.
All’epoca non vi era la sensibilità su questi temi che, grazie alla lotta mai interrotta dai radicali, vi è oggi. Per decenni in carcere hanno continuato ad andarci solo loro. In ogni periodo dell’anno per segnalare situazioni illegali e intervenire per via parlamentare o mediatica. Ma Pannella in carcere ci passava ogni suo ferragosto, pranzo di Natale e cenone di capodanno. Per condividere quei giorni di festa con i detenuti. Poi nel 2010 ci inventammo l’iniziativa ferragosto in carcere, l’idea di portare tutti i parlamentari in carcere per coprire tutti gli istituti penitenziari italiani. Fu un lavoraccio chiamarli uno per uno, incastrando deputati e istituti, tra chi ti rispondeva sono all’estero e chi “fanno bene a stare lì”. Dell’utri mi rispose da Dubai, poi il 14 agosto mi richiamó “sono tornato è ancora libero il carcere di Como?”.
Da allora vuoi per il successo mediatico dell’iniziativa vuoi per rinata attenzione,
Molti parlamentari hanno cominciato a effettuare da soli le loro Visite di ferragosto.
Molti come dice il Sappe per passerella di mezz’ora, facendo auguri a direttori e agenti, e poi di corsa per il bagno al mare. Qualcuno più seriamente.
L’associazione Marco Pannella domani non sarà in visita in carcere. Nessun parlamentare si è reso disponibile ad accompagnarci.
Continueremo ad andarci tutto il resto dell’anno tenendo sotto controllo costantemente la situazione e segnalandone i ritardi. Ma ci spiace non poter essere domani con quella comunità segnata.
Ci auguriamo, Come fa il sappe, che qualcuno ci andrà anche senza di noi. E senza passerella.
Salutate gli agenti, ma anziché passeggiare tra i corridoi fatevi aprire le celle una per una, entrate e fatevi preparare il caffè dai detenuti.
Solo in carcere o sanno fa.