Dapprima su Ilva ha mostrato tutta la sua bravura nel fuggire dalle sue responsabilità, rimandando all’infinito una decisione che ormai tutti conoscono, anche chi lo ha votato credendo nella fantomatica chiusura con bonifiche.
Oggi si cimenta invece nel gioco delle tre carte. E presenta risorse economiche stanziate da anni come se fossero il frutto di una sua iniziativa per aiutare Taranto. La verità è che Di Maio sta portando avanti una vera e propria operazione di distrazione di massa perché non riesce a dire chiaro e tondo che le promesse elettorali sono carta straccia.
Le balle tuttavia non può raccontarle a chi, come me, ha seguito da vicino la vicenda del Contratto Istituzionale per Taranto e si è impegnato alacremente per elaborare una visione strategica del territorio su cui sono stati convogliati il progetti di più di 100 imprese dell’arco ionico ed oltre. Contratto Istituzionale che, vorrei ricordare alla città, da quando si è insediato Di Maio, non ha fatto alcun passo in avanti.
La vicenda dei 30 milioni, di cui ora si vanta il ministro, è direttamente collegata al Progetto di riconversione e riqualificazione dell’area di crisi complessa di Taranto (in sigla PRRI). Già il 9 gennaio del 2017, Invitalia spa ha avviato una consultazione on line per verificare se vi fossero manifestazioni di interesse finalizzate alla realizzazione di iniziative imprenditoriali a Taranto. A seguito di quella call pubblica – che si è chiusa il 3 febbraio 2017 – è stato elaborato il PRRI di cui parlavo in precedenza, prevedendo il ricorso ai fondi Fesr 2014-2020, per finanziare nuovi progetti imprenditoriali nell’area di crisi complessa di Taranto. A seguito di quella call, manifestai personalmente al sottosegretario Bellanova che i 30 milioni inizialmente previsti per Taranto non erano sufficienti e che inoltre era compito del Governo ampliare l’area dei Comuni beneficiari delle risorse, coinvolgendo l’intera provincia ionica.
Prego inoltre i cronisti di rileggere con attenzione il Bollettino ufficiale della Regione Puglia n.10 del gennaio 2018 (che allego alla nota stampa). In esso troveranno tutto il lavoro preparatorio fatto dalla Regione e dagli enti locali per arrivare allo stanziamento dei 30 milioni. Lavoro al quale Di Maio, non solo non ha riconosciuto alcun merito, ma che non ha ritenuto neanche di menzionare come correttezza istituzionale vorrebbe.
Oggi Di Maio mette quindi il cappello su un lavoro di cui non conosce alcunché, ma soprattutto non risponde alla mia istanza di aumentare la dotazione finanziaria per l’area di crisi complessa.
Dov’è la novità?, verrebbe da chiedersi. La novità sta nell’operare in continuità con chi ha amministrato in precedenza e dire di rappresentare il “cambiamento”. Ma del cambiamento c’è solo l’illusione.
Il Capogruppo PD Comune Taranto
Consigliere Nazionale ANCI
Gianni AZZARO