«Il sangue versato sulle strade della nostra terra ci addolora profondamente e ci inquieta. Per l’ennesima volta ci impone di riflettere sulle cause e sulle dinamiche che sono alla base di tragedie come quelle che abbiamo tristemente registrato in questi giorni.
Agricoltura, sicurezza, politiche dell’immigrazione sono tutti aspetti di un’unica trama, tra loro connessi ed intrecciati. Perché lo sfruttamento ignobile di uomini e donne è pratica vergognosa, che si nutre della richiesta di manodopera da sottopagare che giunge dalle nostre campagne, spesso determinata da una filiera che soffoca i nostri agricoltori. Una spirale che finisce per essere alimentata da una immigrazione che nei decenni che abbiamo alle spalle è stata incontrollata e senza regole, trasformando quanti sperano e sognano un futuro migliore in un vero e proprio esercito industriale di riserva. Il tutto accompagnato da politiche dell’accoglienza ampiamente fallimentari, che hanno generato degrado ed abbandono, come dimostrano i tanti ghetti sorti sul nostro territorio, da quello di Rignano a quello allestito sulla pista dell’ex aeroporto di Borgo Mezzanone, che vanno smantellati senza indugio.
La presenza a Foggia del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e del Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, è un segnale di attenzione importante, che però necessita di provvedimenti urgenti: dal potenziamento del presidio delle nostre strade alla definizione di norme e sanzioni ancora più esemplari per chi commissiona il reclutamento di manodopera da sottopagare e per chi si offre come intermediario, applicando e migliorando la legge già esistente, fino, ovviamente, alla ridefinizione di un sistema dell’accoglienza per davvero serio ed un governo dei flussi migratori realmente rigido. È questa la strada da seguire per bonificare la palude a cui si abbeverano l’illegalità diffusa e per difendere realmente la dignità del lavoro e quella umana.
Sono richieste che ho avanzato da tempo all’esecutivo nazionale e che è positivo siano in cima all’agenda del Ministro dell’Interno. Occorre però che ciascuno faccia la sua parte in una logica che collaborazione che coinvolga anche le competenze che sono in capo alla Regione Puglia. Se vogliamo sconfiggere per davvero questa piaga, dobbiamo avere il coraggio di affrontare le questioni per ciò che sono. Perché la timidezza negli interventi e nelle strategie produce esclusivamente quel limbo in cui le soluzioni immaginate non producono risultati, con la conseguenza di assistere al proliferare di sfruttamento, violenza e, purtroppo, morte.
I sindaci non possono essere lasciati soli in tutto questo, dal momento che, alla fine, è su di loro che si scaricano preoccupazioni e responsabilità, nella maggior parte dei casi senza che i primi cittadini siano in possesso delle risorse e dei poteri per operare. Non più tardi di qualche mese fa, ed ancora più recentemente nei giorni scorsi, ho dovuto firmare delle Ordinanze – con i relativi costi posti a carico del Comune, dunque dei cittadini di Foggia – per disporre lo sgombero di campi ed immobili occupati abusivamente da cittadini comunitari, penso al cosiddetto “ghetto dei bulgari” e all’immobile ex Satel.
È un peso che non possiamo più sostenere e per il quale è fondamentale che Governo e Regione Puglia facciano fino in fondo la loro parte. Con efficacia e rapidità. Senza attendere la prossima tragedia».