“Le notizie drammatiche che da ieri si susseguono ci lasciano senza parole. Giovani braccianti agricoli stranieri venuti in Italia a cercare di sopravvivere lavorando nei nostri campi e che, invece, qui hanno trovato la morte. Dall’inizio della legislatura chiediamo alla Regione di fare la sua parte per contrastare e prevenire il fenomeno del caporalato, per questo abbiamo anche presentato già nel 2016 una proposta di legge di modifica incisiva alla legge regionale di contrasto al caporalato che attende ancora di essere discussa. Nel frattempo nelle campagne pugliesi, purtroppo, si continua a morire”. Lo dichiarano gli otto consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Puglia in seguito alle morti nelle strade del foggiano, di braccianti agricoli stranieri.
“La scorsa estate – spiega la consigliera Rosa Barone prima firmataria della proposta di modifica alla legge sul caporalato – in Consiglio regionale avevamo anche presentato un ordine del giorno con cui si chiedeva la convocazione di un tavolo tecnico monotematico tra i Prefetti di tutte le Province pugliesi e l’ANCI Puglia, finalizzato a promuovere e individuare azioni e misure concrete per tutelare i braccianti e prevenire fenomeni distorsivi nel settore agricolo e vietare il lavoro nei campi durante le ore più calde nel periodo estivo. Ordine del giorno la cui discussione è stata rimandata a data da destinarsi, così come giace in un cassetto il testo della modifica alla legge regionale.”
“Emiliano e l’Assessore Di Gioia – incalza Barone – non possono prendere altro tempo. Se è vero che i controlli medici sui dipendenti sono a carico delle aziende, è fuor di dubbio che le istituzioni non sono esenti da responsabilità, in quanto dovrebbero legiferare sulla questione così da imporre un controllo più incisivo ed una maggiore prevenzione, anche sulle nostre strade e sui mezzi che girano. Chiediamo ancora una volta di calendarizzare la discussione della proposta quanto prima. Siamo stanchi – conclude – di leggere queste notizie così come siamo stanchi di sentire, ogni estate, le stesse belle parole dopo ogni tragedia, senza che a queste segua alcun provvedimento concreto per arginare il fenomeno del caporalato, tutelare la salute dei lavoratori e premiare gli imprenditori in regola”.