Alle prime ore del mattino di oggi, i Carabinieri dell’Aliquota Operativa del N.O.R.M. della Compagnia di Taranto, coadiuvati nella fase esecutiva da militari del Comando Provinciale di Taranto, con il supporto di un elicottero del 6° Elinucleo Carabinieri di Bari Palese, di unità cinofile del Nucleo Carabinieri Cinofili di Modugno e di militari dell’11° Reggimento Puglia e del NAS di Taranto, hanno dato esecuzione, nel rione “Borgo” del capoluogo jonico, a 19 provvedimenti cautelari (16 in carcere e 3 agli arresti domiciliari), emessi dal GIP del Tribunale di Taranto, dr.ssa Paola Incalza, su richiesta del Sost. Procuratore della Repubblica presso il medesimo Tribunale, dr. Mariano Buccoliero, nei confronti di altrettanti soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, di produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti.
Le indagini, avviate nel dicembre 2017 dai Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Taranto e coordinate dalla locale Procura, hanno fatto luce su un gruppo criminale operante nel capoluogo ionico, con epicentro nel rione “Borgo” a ridosso di via Capecelatro, dedito ad una vasta e perdurante attività di traffico di sostanze stupefacenti costituito da soggetti originari e residenti nel capoluogo ionico (tutti con precedenti penali anche per reati similari).
L’indagine conclusa con l’odierna operazione, è stata avviata dall’Aliquota Operativa della Compagnia Carabinieri di Taranto, a seguito di diverse attività di polizia giudiziaria operate nel 2017, con contestuali sequestri di droga e di ripetute segnalazioni alla Prefettura di giovani assuntori sorpresi in possesso di modiche quantità di sostanze stupefacenti nel noto quadrilatero costituito dalle vie Capecelatro, via d’Alò Alfieri, via Giusti e via Temenide.
La rapida attività investigativa, declinatasi nell’escussione di numerosi acquirenti di sostanza stupefacente e nella conseguente individuazione della rete di spacciatori, in intercettazioni telefoniche, in complesse ed articolate attività di videoriprese sui luoghi di spaccio nonché in attività dirette di polizia giudiziaria quali prolungati servizi di osservazione, controllo e pedinamento, hanno permesso ai militari di documentare le dinamiche criminali, focalizzando in particolare l’azione degli indagati ed il grave contesto urbano e sociale nei quali sono state consumate tali condotte.
Sono state predisposte dunque, mirate attività tecniche tali da ricostruire le condotte del gruppo e poter stabilire con certezza ruoli e responsabilità di ogni singolo partecipante all’illecita attività. L’attività investigativa a carico dei venti indagati, ha consentito:
– di accertare una continuativa attività di spaccio di sostanze stupefacenti in un quadrilatero del Rione Borgo di Taranto, in cui, nonostante i numerosi arresti in flagranza, nel corso del tempo, di singoli spacciatori da parte delle Forze dell’Ordine, è stato difficile, nell’immediato passato, svolgere mirate indagini antidroga, a causa di una fitta rete di vedette e telecamere – in uso agli indagati stessi – utilizzate per sorvegliare la zona;
– di identificare e segnalare alle autorità competenti un folta schiera di assuntori di sostanze stupefacenti, alcuni dei quali molto giovani sebbene maggiorenni;
– di accertare, nel periodo caratterizzato dall’espletamento delle attività tecniche circa 100 cessioni di sostanza stupefacente al giorno da parte degli spacciatori con un introito stimato intorno ai tremila/quattromila euro al giorno;
– di far luce su diversi episodi di spaccio avvenuti anche alla presenza di minorenni e disabili, presenti, in alcune circostanze, nell’androne ubicato al civico 18 di via Capecelatro nel quale avveniva l’intensa attività di cessione della sostanza stupefacente;
– di constatare, in talune pertinenze abitative in uso agli indagati anche gravi carenze igienico-sanitarie tali da richiedere l’intervento dell’ASL, rinvenendo numerose siringhe utilizzate ed abbandonate.
Tutti gli arrestati (ad eccezione di due) dimorano stabilmente nell’area compresa tra le vie Capecelatro e d’Alò Alfieri e, dall’analisi delle dinamiche emerse, si sono mossi con analogo modus operandi così sintetizzabile:
– l’acquirente una volta entrato nel civico 18 di via Capecelatro, contattava gli spacciatori, acquistava sostanza stupefacente e consegnava il denaro contante pattuito allontanandosi immediatamente dal luogo;
– l’attività di spaccio era adeguatamente “protetta” dalla presenza di telecamere in uso agli spacciatori, per mezzo delle quali hanno costantemente monitorato l’area, individuando per tempo l’eventuale presenza o arrivo di militari;
– le attività illegali venivano condotte tramite il supporto di una complessa rete di vedette e “pali”, i quali, organizzati quasi “militarmente”, a piedi o a bordo di scooter percorrevano incessantemente il citato quadrilatero con l’evidente compito di verificare la presenza di forze dell’ordine allertando dunque gli spacciatori e le altre vedette con segni convenzionali come quello di togliersi il cappuccio e toccarsi il capo, alternandosi su veri e propri turni.
Nel corso delle intercettazioni telefoniche, è emersa la chiara intenzione degli indagati, tutti con gravi precedenti e quindi consci delle attenzioni da parte delle forze dell’ordine, di rifuggire da elementi che potessero consentire la loro chiara identificazione, ricorrendo dunque all’uso di alias e soprannomi e soprattutto scambiandosi anche i telefoni cellulari.
Gli elementi raccolti attraverso l’analisi delle immagini registrate hanno, quindi, consentito di acclarare l’esistenza di una continuativa ed insistente attività di spaccio di sostanze stupefacenti appartenenti a differenti categorie droganti, in massima parte cocaina ed eroina, gestita nell’abitazione di N.P., cl. 1974, ristretta agli arresti domiciliari nonché di N.I., cl. 1977 anch’egli sottoposto alla detenzione domiciliare e da altri appartenenti al nucleo familiare, tutti alternativamente impegnati, in quel luogo, anche a prescindere dal fatto di risiedere, o comunque domiciliare altrove. Proprio l’installazione di una telecamera dinanzi l’ingresso dell’appartamento della famiglia ha dimostrato pienamente le condotte illecite ipotizzate.
La ricostruzione dei fatti, scrupolosamente curata dai Carabinieri, ha consentito inoltre di accertare che, seguendo sempre un identico modus operandi, la quasi totalità degli indagati, agendo individualmente o in concorso con altri complici tra loro legati da vincoli di parentela o di affinità, ha consumato complessivamente un numero – a dir poco – esorbitante di cessioni di sostanza stupefacente del tipo cocaina ed eroina utilizzando, quale punto di distribuzione della droga, l’abitazione di via Capecelatro ubicata al civico 18 avvicendandosi in modo continuativo per assicurare all’utenza un servizio ininterrottamente fornito anche nelle ore notturne seppur in misura minore. Numerose peraltro sono le conversazioni telefoniche intercettate tra gli appartenenti al nucleo familiare allorquando hanno predisposto e preparato, per la successiva vendita, i quantitativi di droga di differenza consistenza (“…dille che li prenda 21 da 10 e 2 da cinque”…) utilizzando un lessico che, nonostante l’assenza di esplicito riferimento, non ha lasciato dubbi in ordine all’oggetto del dialogo evidentemente orientato alla commercializzazione di 21 dosi da 10 euro e di 2 dosi da 5 euro.
L’attività investigativa ha posto in luce la figura di V.G., cl. 1949 la quale, oltre ad essere direttamente implicata nella materiale esecuzione di transazioni aventi ad oggetto la sostanza stupefacente ha avuto la piena consapevolezza ed il controllo delle azioni delittuose individualmente o in concorso dai familiari in considerazione del proprio ruolo apicale nella famiglia predisponendo inoltre il controllo “militare” della strada per assicurare la normalità della fruizione all’utenza della droga.
Nel corso di un’irruzione dei Carabinieri, in costanza di attività investigativa, un’indagata ha fatto menzione di aver buttato nel water un quantitativo di sostanza stupefacente, prima di consentire l’accesso ai militari nell’abitazione guadagnandosi la replica dell’interlocutrice pienamente conscia di aver procurato un danno ammontante a circa 70.000 euro (…”che cosa?…settantamila euro di servizio hai gettato che stai dicendo?”…) permettendole tuttavia di evitare l’arresto e la conseguente ipotizzata condanna a venti anni di carcere (…”se ti avevano preso…ti avevano dato 20 anni di carcere”…).
Oltre ad innumerevoli segnalazioni alla Prefettura di acquirenti sorpresi dopo aver acquistato sostanza stupefacente dagli indagati, sono stati eseguiti significativi “riscontri”; in particolare, i militari dell’Aliquota Operativa:
– il 25 maggio 2017, nelle fasi propedeutiche all’attività investigativa, hanno arrestato per detenzione ai fini di spaccio, N.P., CL. 1974, sorpresa, presso la sua abitazione, in possesso di gr. 810 di “eroina” e gr. 71 di “cocaina”, già divisi in dosi, nonché di un bilancino precisione;
– il 20 gennaio 2018, analogamente in via Capecelatro nr. 27, dopo aver avuto accesso all’interno abitazione ubicata al piano terra di uno stabile in uso agli indagati, hanno rinvenuto e sequestrato una pistola cromata, cal.8 mm. k, modificata artigianalmente in cal. 6,35, perfettamente funzionante, con un serbatoio inserito privo di cartucce, una pistola a salve a tamburo, cal.9 mm. 380 knal, un serbatoio di pistola contenente nr.8 cartucce calibro 7.65, inesplose, 12 cartucce calibro 7.65 inesplose, un bilancino di precisione, un giubbotto antiproiettile ed un boccaccio in vetro, contenente 5 involucri in cellophane termosaldati, ciascuno dei quali contenente circa grammi 100 di sostanza stupefacente del tipo eroina.
Nel corso dell’esecuzione sono stati rinvenuti, presso tre abitazioni in uso agli indagati e sottoposti a sequestro:
– la somma contante di denaro ammontante complessivamente ad euro 7.800,00:
– un sistema di videosorveglianza abusivamente installato;
– bilancini di precisione.
L’attività è stata convenzionalmente denominata “Civico 18” in relazione – come già anticipato – al luogo di residenza di gran parte degli indagati, ubicato in via Capecelatro al citato civico, ove si sono consumati i delitti a loro contestati.
In sintesi, nell’ambito del procedimento, in cui sono indagate complessivamente 20 persone, il G.I.P. di Taranto ha emesso O.C.C. a carico di tutti per il reato di produzione, detenzione e traffico di sostanze stupefacenti in concorso e continuato (art. 73 D.P.R. 309/1990 ed art. 81-110 del Cod. Pen.416 c.p.) disponendo la custodia cautelare in carcere a carico di 17 soggetti e di 3 agli arresti domiciliari come meglio specificato nell’allegato elenco. Gli arrestati in carcere sono stati tradotti alla Casa Circondariale di Taranto.
ELENCO SOGGETTI ARRESTATI
ASSOCIATI ALLA CASA CIRCONDARIALE TARANTO:
1. D.V.A., CLASSE 1981;
2. D.C.G., CLASSE 1987;
3. F.F., CLASSE 1961;
4. N.A., CLASSE 1983;
5. N.A., CLASSE 1999;
6. N.F., CLASSE 1981;
7. N.G., CLASSE 1987;
8. N.S., CLASSE 1985;
9. N.S., CLASSE 1978;
10. N.M., CLASSE 1989;
11. N.I., CLASSE 1976;
12. P.M., CLASSE 1986;
13. R.C., CLASSE 1962;
14. R.C., CLASSE 1960;
15. V.A., CLASSE 1980;
16. V.G., CLASSE 1949;
SOTTOPOSTI AGLI ARRESTI DOMICILIARI:
1. D.E.C., CLASSE 1970;
2. N.I., CLASSE 1977;
3. N.P., CLASSE 1974.