Le otto pagine di relazione ANAC sulla cessione dello stabilimento ILVA in realtà non spostano nulla. Il boccino è, come sempre, nella mani della politica che nella fumosa questione del siderurgico tarantino è spesso capace di dire tutto e il contrario di tutto.
Ma accanto alle boutade elettorali il tema fondamentale resta sempre lo stesso: qual è la prospettiva di politica industriale di questo paese e in particolar modo continueremo a essere produttori d’acciaio o no?
E’ facile intuire che a queste domande l’ANAC non risponderà, limitandosi a dare esito ai quesiti posti dal Ministro Di Maio su una trattativa tutta privata che pur muovendosi nell’alveo delle regole di legittimità sul libero mercato di fatto non solleva questioni di politica industriale.
Ad oggi, inoltre, sulla trattativa non esiste neanche il ricorso della seconda cordata.
Fatte salve queste considerazioni continuiamo a considerare la trattativa l’unica possibilità di soluzione per le sorti di Taranto, della sua economia, e della sussistenza di circa 15 famiglie, ad oggi vittime di un disegno oscuro che sembra andare verso la desertificazione industriale a favore di chissà quali interessi.
Speriamo che Di Maio possa rispondere presto a queste preoccupazioni con le soluzioni che riterrà più percorribili.
Taranto, 20 luglio 2018