Pensando alle tante porcherie e ruberie che vengono perpetrate quotidianamente nella sanità, mi è venuto quasi da sorridere quando venerdì scorso ho appreso che 22 persone erano state arrestate, altre otto costrette all’obbligo di dimora, per la ‘semplice’ raccomandazione.
Non che il fatto occorso in sé non sia grave, per carità, ma è scolpito nell’immaginario collettivo il dogma che se vuoi una spintarella per un lavoro oppure vuoi fare carriera a danno degli altri tuoi colleghi devi ingraziarti la politica che a sua volta darà indicazioni alla pletora di nominati nella dirigenza amministrativa. Anche a me è capitato che qualcuno mi chiedesse una raccomandazione, ma a tutti loro ho detto che io combatto questo sistema e per continuare ad essere libero di denunciare ciò che ritengo scorretto e ingiusto non potevo sedermi alla tavola delle spartizioni. Diverso quando mi vengono rappresentati diritti negati, storture e richieste di informazioni su quel concorso o su quella graduatoria. Vi siete mai chiesti come si diventa primario, facente funzione, alta professionalità, amministratore di una società in house o partecipata, direttore generale, OIV, etc…? La meritocrazia non esiste e tutto, o quasi, è riconducibile a precise scelte politiche decise a tavolino. Se fai parte di un sistema di potere passi da una poltrona ad un’altra senza sudare e da un incarico ad una consulenza in cambio di fedeltà, anche se talvolta sarai costretto ad ingoiare rospi. Se non appartieni al cerchio magico, invece, vieni mobbizzato o relegato a funzioni di second’ordine all’insegna della frustrazione e della rassegnazione. Se assumi il personale amico dei potenti di turno o li sostieni durante le campagne elettorali, con la complicità insindacabile garantita da commissioni di gara cooptate e con le aberrazioni amministrative della formula inversamente proporzionale, il sotto soglia e il sopra soglia, l’appalto ti viene garantito con sconti irrisori, alla faccia della libera concorrenza e del contenimento della spesa. In sanità i soldi si rubano o si sprecano legalmente con le gare centralizzate che smantellando le PMI, in barba ai dettami del decreto legislativo 50/2016, creano oligopoli facendo raddoppiare o triplicare i prezzi. Basterebbe fare un semplice controllo di gestione per dimostrare come a fronte di una riduzione dei servizi sanitari e non sanitari i costi lievitino esponenzialmente. Ho denunciato all’assessore Emiliano la gara da 26 milioni di euro per gli ausilii ai pazienti tracheostomizzati dove l’unica cosa che si è contratta è la quantità di materiale per curare organismi defedati. Ho chiesto di annullare la gara sullo smaltimento dei rifiuti sanitari ospedalieri prospettando un risparmio di 10 milioni di euro all’anno con il passaggio ad altra tecnologia on-site in uso al Panico di Tricase. Ho scritto ad Anac, Corte dei Conti, InnovaPuglia, Dipartimento di Salute e ASL Bari per chiedere il ritiro in autotutela della gara a lotto unico da 187 milioni di euro sul Lavanolo (lavaggio e noleggio di biancheria) per palesi errori e prospettando soluzioni atte a risparmiare 90 milioni di euro. Ho presentato esposto alla Corte dei Conti per chiedere di punire i responsabili per i danni erariali milionari causati alla collettività per la costruzione di piscine riabilitative che non hanno mai visto l’acqua. Ho presentato esposto alla Guardia di Finanza per la gestione commissariale, quantomeno allegra, dell’ASP di Manfredonia per la svendita del patrimonio milionario e le illegittime proroghe degli incarichi. Ho denunciato alla Procura della Repubblica l’iniqua distribuzione, operata nei lustri passati per accontentare baroni e cliniche private, delle Emodinamiche che giornalmente fa rischiare la vita ai cittadini/figliastri del sud e del nord barese.
L’elenco sarebbe ancora molto lungo, visto che la gestione privatistica e clientelare è la regola e non l’eccezione nella pubblica amministrazione, per questo alla notizia mi sono rammaricato perché, quanto occorso, equivarrebbe per un cittadino all’essere arrestati per aver buttato dal finestrino una cicca o un mozzicone di sigaretta.
L’auspicio è che gli organi inquirenti accendano veramente i fari e vengano messi nelle condizioni di poter indagare senza la necessità di dover far quadrare i conti preventivamente in nome di un pareggio di bilancio che è padre putativo del degrado morale e della deriva privatistica, progressiva ed inesorabile, della pubblica amministrazione.