I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Brindisi hanno dato esecuzione ad un provvedimento del Tribunale di Lecce – Ufficio Misure di Prevenzione – emesso ai sensi del Decreto Legislativo nr. 159/2011 (cd. Codice Antimafia) nei confronti dei due principali indagati dell’operazione denominata “Reservoir Dog”, tratti in arresto il 29 gennaio u.s., in esecuzione dell’ordinanza di applicazione della custodia cautelare disposta dal G.I.P. del Tribunale di Brindisi, per il reato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata.
In particolare, gli accertamenti patrimoniali condotti dalle Fiamme Gialle, coordinate dalla Procura della Repubblica di Brindisi, hanno evidenziato una manifesta “sproporzione” tra i redditi dichiarati ed il patrimonio posseduto dai due soggetti che hanno consentito di avvalorare la richiesta di sequestro anticipato finalizzato alla successiva confisca.
Sulla base degli accertamenti esperiti dai finanzieri, il Tribunale di Lecce – Ufficio Misure di Prevenzione – ha ritenuto soddisfatti i requisiti necessari per l’applicazione del procedimento di prevenzione a carico dei due soggetti.
L’organo giudicante ha, infatti, constatato alla luce delle evidenze documentali che i due coniugi sono risultati essere persone abitualmente dedite a traffici delittuosi e che, per la condotta ed il tenore di vita sproporzionato rispetto al reddito dichiarato, vivono con i proventi derivanti dalle predette attività illecite.
Conseguentemente i militari hanno posto i sigilli a 8 immobili, di cui uno in Asiago (VI), 2 autovetture, 6 polizze assicurative e 6 conti correnti per un valore complessivo di circa 1.300.000 euro, tutti rientranti nella disponibilità degli indagati.
Nel dispositivo del provvedimento il Tribunale ha altresì disposto che dell’esecuzione del decreto sia dato avviso all’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.