Ieri sera ho visitato il Punto di Primo Intervento di Mottola. Imperava la desolazione più grande da parte dei medici e degli operatori sanitari che erano “smarriti” insieme a segmenti della popolazione in fermento per la cosciente consapevolezza di essere sul punto di perdere un servizio importante.
Un presidio di sanità che va a chiudersi rappresenta un grave danno alla popolazione, sia esso in provincia di Taranto come in tutta la Puglia, dove contemporaneamente continua ad aumentare la spesa sanitaria per i farmaci e per la mobilità passiva. Purtroppo ci tocca ribadire le responsabilità del presidente e assessore alla Sanità, Michele Emiliano, che pervicacemente persiste ancora a portare avanti la tesi della chiusura anche dei PPI in Puglia, affermando che ciò non incida sul sistema sanitario e non appesantisce i pochi Pronto Soccorso rimasti, già oltremodo sovraffollati come quello del Santissima Annunziata di Taranto. Durante la mia visita all’ospedale di Mottola i medici mi hanno riferito di aver rinunciato anche ai turni di ferie fino al 15 luglio, data ultima di chiusura del PPI, rispetto all’avviso per il 1^ luglio che era stato recapitato nei giorni scorsi e che solo grazie alla mobilitazione dei cittadini e degli operatori sanitari si è evitato. Chiediamo per l’ennesima volta, sperando che questo non sia ancora una volt una “vox clamantis in deserto”, al presidente Emiliano di ravvedersi rispetto a questa decisione e di non chiudere i Punti di Primo Intervento pugliesi, poiché solo nel contesto tarantino, ad esempio, si lascerebbero scoperte oltre 53.000 prestazioni fornite complessivamente dal PPI di Mottola, dal “Moscati”, dal ” San Marco” di Grottaglie, da quelli di Massafra e Ginosa e che inevitabilmente andrebbero ulteriormente ad intasare gli ospedali di Martina Franca, Castellaneta e Santissima Annunziata di Taranto.
Speriamo, come Sinistra Italiana, che il presidente Emiliano, si ravveda!
Mino Borraccino