Il Governo, attraverso le parole del Ministro Di Maio, si dichiara compiaciuto della proroga di 90 giorni del commissariamento e non ha altro da dire, se non che leggerà attentamente le 23 mila pagine di dossier che gli sono state consegnate. Non ci sono parole per descrivere la incredibile assenza di linea politica e di proposta sul futuro della fabbrica, che il Ministro Di Maio e tutto il nuovo Governo, provano a nascondere, parlando di approfondimenti da fare. Sembra che in questi anni non sia accaduto nulla a Taranto e, forse, molti hanno dimenticato tutto quello che era stato detto sulla scelta di chiudere l’Ilva che il M5S aveva più volte annunciato in campagna elettorale. Ecco che, oggi, a 4 mesi dalla elezione del nuovo Parlamento, ci ritroviamo esattamente al punto di partenza, con l’aggravante che ci si dichiara compiaciuti del prorogarsi di una situazione che ha prodotto, oltre alla risaputa ricaduta ambientale e di preoccupazione per il futuro dei lavoratori, anche incidenti gravi e mortali all’interno della Fabbrica tarantina.
L’Autorizzazione ambientale alla “nuova” Ilva deve essere sottoposta alla Valutazione del Rischio e dell’Impatto Sanitario, oppure tutto deve continuare a procedere nella direzione impostata dal precedente Governo?
La Fabbrica deve essere consegnata nelle mani di una multinazionale indiana, anziché rimanere in mano pubblica e garantire gli attuali livelli occupazionali, investendo su tecnologie nuove?
I lavoratori saranno costretti, come previsto dal precedente Governo, a sottoscrivere nuovi contratti (JpbsAct) che li renderanno licenziabili più facilmente, sottraendogli il diritto a mantenere il proprio posto di lavoro anche in caso di licenziamento senza giusta causa?
Queste sono solo alcune delle domande alle quali il Ministro Di Maio, assieme al nuovo Governo, dovrà dare delle risposte. Per adesso, prendiamo atto che le uniche mosse fatte da questo Esecutivo sull’Ilva, sono esattamente nel solco del Governo precedente, targato Renzi, che noi di Sinistra Italiana – LeU tanto abbiamo criticato, vedendoci superati per livello di asprezza dei toni proprio dal M5S che urlava addirittura chiusura immediata e reddito garantito per i lavoratori.
Mentre il Ministro Di Maio si compiace di poter aspettare ancora fino a Settembre per affrontare la situazione, segnaliamo che i problemi non vanno in ferie, ma rischiano di produrre danni sempre più difficili da riparare sia alla salute di tutti, lavoratori in primis, che al tessuto economico tarantino e nazionale.
Abbiamo avanzato nel corso degli anni una serie di proposte concrete, ma i Governi le hanno sempre raggirate, facendo precipitare il futuro dell’azienda e dei lavoratori, quindi di un intero territorio, in un limbo dal quale sembra impossibile uscire, se non assecondando la volontà delle multinazionali straniere che intendono speculare sul territorio e sulla pelle dei lavoratori. Oggi che c’è un Governo totalmente in grado di operare e che si dichiara integralmente alternativo a quello precedente, ci domandiamo come mai tutto è cambiato, ma niente è diverso.
Mino Borraccino