Spett.le Ministro,
la UGL di Taranto, vorrebbe esporle la visione dei fatti, che ha caratterizzato la vertenza ILVA in questi ultimi anni, utilizzata prevalentemente come campagna elettorale, dimenticando le problematiche che da decine di anni la nostra città ed i lavoratori, subiscono.
Come Organizzazione Sindacale non riteniamo la vertenza, una problematica che riguarda esclusivamente i lavoratori, ma tutto il territorio, definendola da sempre, un problema sociale di entità nazionale.
Abbiamo condiviso tavoli istituzionali, col Presidente della Regione, Sindaco di Taranto, onorevoli del M5S di Taranto ed il Prefetto di Taranto, con l’obbiettivo di supportare la trattativa ministeriale, incontri nei quali, unitariamente le OO.SS. hanno verbalmente inneggiato ad una unione tra gli stessi ed il territorio. Nei fatti invece, nonostante la delicata vicenda, la campagna elettorale tra sindacati e partiti politici, non è mai terminata, ed i vari comunicati stampa ed interventi nei social lo testimoniano.
Addirittura alcune OO.SS. metalmeccaniche con l’aiuto del suo predecessore, pur di continuare la trattativa fuori dai tavoli istituzionali nella fase transitoria della formazione del nuovo Governo, hanno incontrato Arcelor Mittal in sedi non ministeriali, pochi giorni prima del Suo insediamento al Mise. Non riusciamo davvero a capirne l’utilità di tale atteggiamento, che può essere esclusivamente lesivo per il territorio, oltre che privo della dovuta trasparenza.
Un breve accenno andrebbe al contratto sottoscritto a giugno 2017, tra il suo predecessore, Mittal ed i commissari Ilva, senza che i sindacati territoriali fossero coinvolti, a dir poco, una politica irrispettosa nei confronti di un territorio martoriato e dei rappresentanti sindacali territoriali. Un contratto con una validità di pochi anni, dopo dei quali non vi è garanzia alcuna, sotto l’aspetto ambientale e occupazionale.
L’Ilva di Taranto è composta da sei partecipate, tra cui Taranto Energia (ex Edison), con 2 centrali termoelettriche, strategiche per la funzione prioritaria di consumare (bruciare) i gas siderurgici prodotti nel ciclo dell’acciaio e da esso non utilizzati. Le centrali termoelettriche inoltre forniscono vapore a tutto lo stabilimento, fondamentale per la sicurezza dello stesso. Quindi all’interno di Taranto Energia, vista la sua natura, viene applicato il CCNL Elettrico in quanto produttori di energia elettrica.
Sino ad oggi alla trattativa ILVA però, il Ministro ha ritenuto opportuno invitare solo le rappresentanze sindacali dei lavoratori metalmeccanici, indubbiamente di larga maggioranza all’interno del Siderurgico, ai quali è applicato il CCNL Metalmeccanico:
UGLM – Fim CISL- Fiom CGIL – Uilm UIL – USB
escludendo dalla stessa le rappresentanze sindacali del CCNL Elettrico:
UGL Chimici – Filctem CGIL – Flaei CISL – Uiltec UIL.
Quest’ultimi, rappresentanti sindacali dei Lavoratori di Taranto Energia, sono stati pertanto discriminati, come se non avessero diritto, di rappresentare i lavoratori interessati in una vicenda che li riguarda direttamente.
Sconvolgente infatti, è quello che il Ministro ha proposto come accordo nell’ultimo incontro al Mise, che tra le tante indecenze, parlava del cambiamento del CCNL Elettrico dei lavoratori di Taranto Energia, in CCNL Metalmeccanico, ritenendo che questo passaggio lo dovessero avallare le OO.SS. metalmeccaniche, escludendo i diretti interessati.
Ripetutamente abbiamo dichiarato con gli elettrici, di avere la necessita di un tavolo dedicato al comparto elettrico, per quanto sopra esposto, trattandosi di una vertenza nazionale riguardante il Gruppo ILVA e non solo i metalmeccanici del gruppo stesso, ma il Mise non ha ritenuto importante le nostre richieste.
Inoltre l’indotto di una delle più grandi aziende d’Europa, subisce da anni, a causa di una politica discutibile, il ritardo o addirittura il mancato pagamento delle fatture in essere. I lavoratori di conseguenza, percepiscono nella migliore delle ipotesi, acconti sulle normali retribuzioni, lasciando migliaia di famiglie senza il reddito minimo di sopravvivenza, nonostante abbiano regolarmente svolto la propria attività. Purtroppo molti di essi non hanno nemmeno la possibilità di protestare, in quanto assunti con contratto determinato e verrebbero licenziati.
Abbiamo la necessità di perseguire soluzioni che salvaguardino l’ambiente, la sicurezza sul lavoro e l’occupazione di tutti i lavoratori (diretti e indiretti), che non possono essere parte discutibile di una trattativa.
Una eventuale proroga di novanta giorni, potrebbe consentirci di intraprendere la giusta direzione da percorrere, ma abbiamo bisogno di essere tutelati rispetto ai rischi che si corrono all’interno della fabbrica slittando eventuali investimenti, oltre alle dovute garanzie per le aziende dell’indotto, che se non tutelate come fatto sino ad oggi, prolungherebbero un’ agonia che potrebbe terminare nel peggiore dei modi.
La UGL di Taranto ritiene pertanto che le OO.SS. ed il territorio debbano avere un unico interlocutore, il Ministro dello Sviluppo Economico, che per quanto ci riguarda è l’unico garante sulla vertenza Ilva, perché probabilmente qualcuno lo ha dimenticato, ma lo Stato Italiano è il primo responsabile di questo disastro ed artefice del successivo regalo del Siderurgico ai Riva.
La trasparenza per la vertenza Ilva, è un dovere di tutti, abbiamo pagato un prezzo molto alto sino ad oggi e non intendiamo continuare a subire le conseguenze catastrofiche di una gestione passata superficiale e priva di contenuti a garanzia del territorio e dei lavoratori.
Ringraziandola per aver dedicato del tempo alla lettura di questo documento, inviamo
Distinti saluti
Segretario Generale UGL Taranto Alessandro CALABRESE