“Nel corso di questi mesi – spiega l’assessore al welfare, politiche giovanili e dell’integrazione Simona Scarpati – abbiamo lavorato intensamente per implementare e potenziare la rete dell’accoglienza. I due milioni e mezzo di euro assegnati al Comune di Taranto, rispettivamente per la progettualità Sprar (accoglienza di secondo livello) e misure emergenziali Fami (fondo di asilo e migrazione), ne sono la risposta concreta.
A livello territoriale, con il progetto selezionato, puntiamo a garantire, con il prezioso supporto del terzo settore, interventi di accoglienza integrata che superino la semplice distribuzione di vitto e alloggio, prevedendo anche misure di informazione, accompagnamento e orientamento attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio economico”.
Importanti interventi sono stati anche realizzati nella gestione e presa in carico dei minori stranieri non accompagnati.
“Anche in quest’ambito – prosegue Simona Scarpati – abbiamo potenziato ed assicurato la presenza del servizio sociale professionale all’atto degli sbarchi, come peraltro previsto dalla Legge Zampa. Stiamo lavorando di concerto con il Tribunale dei minorenni di Taranto e la Prefettura ad implementare l’istituto dell’affido, scelta indicata come prioritaria dal legislatore”.
In merito a qualche polemica apparsa sulla stampa nei giorni scorsi, così replica l’assessore Scarpati: “L’amministrazione si attiene al rispetto delle leggi vigenti e risponde con fatti concreti. Probabilmente da parte di qualcuno c’è confusione quando si parla di respingimenti e rimpatri che non sono certamente di competenza dell’ente locale. Il comune ha infatti competenza per il settore dei minori stranieri non accompagnati e per l’accoglienza di secondo livello (rifugiati e richiedenti asilo)”.
Importanti novità anche per quanto riguarda l’hotspot, oggetto negli scorsi mesi di importanti lavori di manutenzione ed adeguamento che lo hanno reso maggiormente funzionale.
“Come sempre – conclude l’assessore all’integrazione – insisto fortemente sul concetto di rete che si deve realizzare tra istituzioni ed associazioni. Le singole voci strumentalmente dissonanti sono fine a se stesse. Se c’è concretamente voglia di collaborare, come amministrazione siamo liberi al confronto e soprattutto alla soluzione dei problemi”.