“Al Governo del cambiamento, ed in particolare ai Cinque stelle, adesso che hanno ottenuto la fiducia del Parlamento chiedo, se sono capaci, di far seguire alle parole i fatti. Di non limitarsi ai soliti roboanti annunci e di avviare subito le operazioni di chiusura della fabbrica, di bloccare le trattive per la cessione di Ilva a Mittal e di delineare il percorso – da loro annunciato – della riconversione economica di Taranto. Insomma sollecito il M5s a dire basta, tracciando una linea tra prima e dopo, come ha urlato Grillo a giugno scorso, in un comizio a Taranto, in piazza Immacolata”.
Lo dichiara provocatoriamente Francesca Franzoso consigliere regionale di Forza Italia.
“Sono tre settimane ormai – prosegue Franzoso – che assistiamo ad una girandola di annunci, di interviste, di prese di posizione di questo o quell’esponente grillino che contraddicono quanto era stato detto poche ore prima.
Gli stessi colleghi del M5s in Regione, che fino a un mese fa chiedevano periodicamente, come un disco rotto, la chiusura immediata di Ilva ora, fatto il Governo, sono diventati afoni. Torno a dire: volete la chiusura dell’Ilva? La vostra base elettorale di riferimento sta insistendo perché vi adoperiate per la chiusura insieme al Governatore Emiliano? Ebbene, non avete più alibi. Che state aspettando a fare le prime mosse che diano il segno della coerenza rispetto agli annunci? Noi vi sfidiamo e vi aspettiamo”.
Franzoso rammenta poi le surreali esternazioni di Grillo e insiste: “Attendiamo la trasformazione di Ilva in polo archeologico della siderurgia e le file di studenti che vengono a vedere i dinosauri dell’acciaio. Attendiamo il reddito di cittadinanza per i lavoratori diretti e indiretti dello stabilimento, in linea almeno con l’attuale salario, in sostituzione di quello che è stato definito dal comico genovese non un posto di lavoro ma un posto da reddito. Ma non si perda tempo perché lì fuori ci sono già 119 lavoratori di una ditta dell’appalto che rischiano il licenziamento”.
“Diversamente – conclude il consigliere regionale – se tutto non si riduce ad una colossale presa in giro, riprendete in fretta la strada già tracciata, che tiene insieme salute e lavoro, e fate uscire finalmente Taranto dal guado dell’incertezza, senza dimenticarvi però, di chiedere prima scusa per tutte le menzogne raccontate alla Città”.