Questo sembra essere la messa in scena de “Il Piano Strategico per Taranto”, tradendo l’ idea della Legge Regionale per Taranto scritta , con lodevoli intenzioni, dal consigliere regionale Gianni Liviano. In una enfatica nota della Casa di produzione Regione Puglia si informa che si è svolta la riunione tecnico-operativa sul Piano strategico per Taranto, indetta da Elio Sannicandro, commissario Straordinario ASSET, l’Agenzia Strategica di Sviluppo Ecosostenibile del Territorio.
E così dipartimenti regionali e agenzie strategiche regionali si sono incontrate per definire la sceneggiatura definitiva non tralasciando alcuna delle loro particolari visioni su Taranto. Una macedonia che tiene dentro obiettivi raggiunti, dai tarantini e in parte scippati, dai baresi, come la ZES (sulla quale molto ci sarebbe da dire sulle mancanze della Regione in grande e colpevole ritardo rispetto a Campania e Calabria) e scenari da fantascienza fatti di droni e voli suborbitali che bene andrebbero se, come risposta alla richiesta di voli civili e merci non assomigliasse a quella della regina Maria Antonietta ai francesi affamati: “Se non hanno più pane, che mangino brioches”.
Quindi,a metà giugno avremo le linee guida e a fine giugno e solo allora verranno presentate agli stakeholders e alle istituzioni, compresa l’amministrazione comunale di Taranto confinata tra il pubblico che dovrebbe applaudire a comando.
Eppure dopo la criticata assegnazione all’Asset della predisposizione del Piano strategico esecutivo, il presidente Elio Sannicandro (ex assessore della giunta Emiliano al comune di Bari) si affrettò a precisare che si trattava di un mero mandato tecnico di mappatura dell’esistente e di un’analisi SWOT distinto dal confronto chesarebbe seguito con sindaco e amministrazione comunale di Taranto nonché con il gruppo di lavoro presieduto dal consigliere Liviano per definire visione e direttrici di governance del Piano.
Abbiamo però allo stato solo due visioni diverse che mal si coniugano. Da una parte una visione arcaica accentratrice e“Baripeta” (facciamo noi che voi non sapete), dall’altra una Taranto che, vedi la ricostituzione dell’Area Vasta voluta dal sindaco Melucci e condivisa dall’intero consiglio comunale, guarda a un’Italia in cui nascono differenti forme di urbanità e cittadinanza alle quali si risponde solo attraverso l’abbandono dei vecchi confini politico-amministrativi e la ricerca costante di progetti di scala urbana e di visioni strategiche che permettano un costante salto di qualità. Il ruolo tecnico stia tutto nel monitoraggio e nella individuazione delle strozzature che frenano i processi realizzativi nonché nella liberazione dalle stesse.
E’ una Taranto protagonista che non vuole perdere l’occasione di ridisegnare il proprio territorio e segnare una volta per tutte una cesura rispetto ad un passato che non può continuare a condizionare il nostro presente e tanto meno il futuro. Vi invito a non espropriare ma ad accompagnare in questo percorso, senza superare i limiti espressi, i tarantini e le loro amministrazioni, cominciando da quella di Taranto, che non ha alcun timore di assumersi le responsabilità che le competono.
Gianni Cataldino
consigliere comunale di Taranto Bene Comune