Il Piano di riordino ospedaliero della Regione Puglia assume sempre più i contorni di una farsa, sciagurata nel merito e sconsiderata nel metodo. Dopo aver proceduto alla chiusura di reparti e alla trasformazione dei pronto soccorso dell’Ospedale Moscati e del San Marco di Grottaglie, oggi la Regione dà il via alla chiusura di 39 punti di primo intervento , tra i quali ritroviamo queste due strutture, insieme ad altre della nostra provincia.
Come si può parlare di assistenza sanitaria di qualità quando a Taranto abbiamo un unico pronto soccorso, il Santissima Annunziata, posto nel pieno centro della città e che già oggi è al collasso dovendo soddisfare un’utenza di oltre 320.000 persone? E’ necessario invertire totalmente la rotta e non solo non eliminare i PPI in questione ma, per il nostro territorio, ripristinare urgentemente i pronto soccorso di Grottaglie e dell’Ospedale Moscati indispensabili a garantire un’ assistenza più dignitosa al cittadino, che sicuramente postazioni medicalizzate, fisse o mobili come si vuol fare, non possono erogare.
Il presidente Emiliano ha sottolineato come tale processo di “riorganizzazione” (guai a parlare di tagli!) dovrà avvenire rapidamente, questione di settimane se non di giorni; è curioso scoprire come la rapidità abbia priorità sulla condivisione di decisioni che attengono alla salute di tutti i cittadini pugliesi. Ricordiamo che quando il primo cittadino di Taranto convocò i sindaci della provincia per discutere il Piano lo stesso Emiliano si rifiutò di partecipare, fermo poi organizzare la “messa in scena” della convocazione degli stessi sindaci a cose fatte. Il presidente della Regione insiste poi col dire che questo piano operativo è un obbligo imposto dal Ministero della Salute, ma non è affatto così. Il motivo per il quale il Ministero ci richiama è che la nostra spesa continua ad essere inefficiente, con un aumento sensibile della mobilità passiva e della spesa farmaceutica. Quindi nei fatti la politica sanitaria adottata è quella di tagliare i servizi ai cittadini invece che combattere gli sprechi quotidiani?
Infine val la pena ricordare che, mentre la sanità pubblica progressivamente si riduce, quella privata è in crescita esponenziale, a scapito delle nostre tasche; la voce che insistentemente circola in Regione sulla privatizzazione del 118 e delle emergenze- urgenze sembrerebbe delineare, a questo punto, un perverso disegno di un drastico ridimensionamento della sanità pubblica all’interno del Sistema sanitario regionale.
ANTONIO SINDACO Coord. Prov. Movimento AMBIENTE E LAVORO