Angelo Fuggiano, padre di due bimbi, ha perso la vita mentre faceva il suo lavoro in una fabbrica che sembra oramai fuori controllo, anche dal punto di vista della sicurezza, come denunciano da mesi i Sindacati che hanno indetto immediatamente 24 ore di sciopero.
Non si può accettare l’idea che si debba morire mentre si lavora per vivere e mantenere la propria famiglia. Chi dirige la fabbrica deve garantire la sicurezza di tutti i lavoratori, anche del personale delle ditte esterne, come nel caso di Angelo Fuggiano. Il nostro cordoglio va alla famiglia di Angelo.
Nel 2006, dopo decenni di drammi e assenza di controllo sulle condizioni di sicurezza, la Regione Puglia, guidata da Nichi Vendola, obbligò l’Ilva ad insediare l’ambulatorio Inail all’interno dello stabilimento. Quella era la stagione in cui l’Istituzione fece del controllo e della attenzione alla sicurezza sul lavoro una priorità, adesso invece non si pensa per nulla alla drammatica situazione che i lavoratori stanno vivendo, anche, da questo punto di vista.
L’intero territorio deve urlare il proprio disappunto per la, oramai acclarata, assenza di sicurezza e controllo che si vive all’interno dell’acciaieria di Taranto.
Lo Stato si occupi di quella fabbrica in maniera seria, altrimenti i drammi continueranno.
Mino Borraccino