Se proviamo a soffermarci un attimo sui problemi che affliggono la Puglia viene da pensare che esista un complotto ai suoi danni.
La Puglia basa e deve basare, la sua ricchezza sull’agricoltura, il turismo e l’artigianato, (oltre alle ricchezze storiche e artistiche che vanno curate e tutelate).
Sino a non molti anni fa la Puglia è stata succube di altre regioni italiane più industrializzate e più attive commercialmente per una questione puramente geografica infatti, il nord ha sempre avuto collegamenti commerciali facilitati, proprio per la sua posizione a un passo dall’Europa.
Le regioni del sud invece loro malgrado, hanno sempre pagato a caro prezzo in ogni settore proprio a causa dell’inevitabile isolamento geografico.
Negli ultimi anni però la Puglia è riuscita a occupare, grazie ai suoi ottimi prodotti una posizione di prestigio nel campo commerciale la vinificazione a esempio, prevedeva in passato l’esclusiva produzione del mosto che le aziende del nord acquistavano in quanto risulta ottimo come base per la vinificazione vera e propria, grazie ai suoi valori zuccherini che solo il sole caldo del sud riesce a dare infatti, la maturazione delle uve avviene in tempi brevi e naturali e conferisce al mosto stesso alte proprietà.
La Puglia ha imparato, e con eccellenti risultati è riuscita a produrre dell’ottimo vino, tante sono infatti le cantine che hanno raggiunto alti livelli di produzione e di qualità tali, da ritagliarsi una larga fetta di mercato sia in Italia che oltre confine.
Ed ecco che inaspettatamente lo Stato e la Regione Puglia stessa emanano leggi e decreti, privi di adeguato criterio, che minano la florida produzione nascente, obbligando i coltivatori a utilizzare taluni impianti per vigneti come quelli a spalliera, invece che il tipico tendone che al contrario più si adatta al clima mediterraneo soleggiato e caldo, nel resto delle regioni d’Italia invece, ben si adattano gli impianti di vigna a spalliera. Inoltre come se non bastasse, con l’avvento del flagello “Xylella fastidiosa” ai vivaisti pugliesi viene imposto di non coltivare più le barbatelle, fondamentali per gli impianti dei nostri vigneti, i vivaisti pugliesi di barbatelle, per sopravvivere, hanno dovuto spostare le loro aziende fuori dalla Puglia. Gli esperti ritengono infatti, che le barbatelle possano essere portatrici di larve di “Sputacchina dei prati” l’insetto che è il principale vettore del ceppo salentino che sta devastando gli alberi di olivo del sud della Puglia. Nella pianta di olivo questo batterio causa la “sindrome del disseccamento rapido”, il risultato è l’inevitabile deperimento delle piante.
Ora facciamo riferimento a questa data il “2015”, l’anno in cui viene stabilito che verrà realizzato un gasdotto che porterà in Europa il gas dell’Azerbijan e che dovrà passare dalla Puglia e guarda caso proprio in Salento tra gli alberi secolari, patrimonio dell’UNESCU.
Sono troppi gli interessi che si sono venuti a creare con l’approvazione del progetto del gasdotto. Il consorzio TAP (Trans Adriatic Pipline) composto da vari azionisti: SNAM(20%), l’inglese BP(20%), l’azera SOCAR(20%), la belga FLUXYS(19%), la spagnola ENAGAS(16%), la svizzera AXPO(5%), è il promotore di questo progetto e data la nutrita partecipazione di interessati alla nuova condotta di gas, verrebbe da pensare che non sia gradito un impedimento alla sua realizzazione, e che se un ostacolo esiste e sono gli olivi secolari, si potrebbe pensare in un modo o nell’altro alla loro eliminazione.
Casualmente accorre in aiuto alla TAP la “Sputacchina” arrivata chissà come, ma proprio al momento giusto per eliminare le piante che tanto fastidio comportano.
Per ultimo la Regione Puglia ha varato un piano di irrorazione con insetticidi nelle piantagioni di olivi, come trattamento risolutivo all’eliminazione del batterio, questo crea inevitabilmente un cambiamento dell’ecosistema dove anche le api e altri insetti impollinatori saranno sterminati.
Consideriamo l’inutilità, di questo provvedimento, perché oltre la devastazione ambientale che comporta questa azione, dove i coltivatori saranno obbligati a trattare i loro alberi di olivo con l’insetticida, non si terrà conto dei cigli delle strade, di cui nessuno si preoccupa e dove l’insetto continuerà tranquillamente a stazionare.
Le produzioni olearia e vinicola pugliesi sono ormai eccellenze italiane amate come anche invidiate da molti, tutto questo ci fa credere che della Puglia si voglia farne invece, un territorio da fruttare con le sole finalità inquinanti.
Tutto sembra essere contro lo sviluppo della nostra Regione in particolare della nostra Provincia, dove all’aeroporto Taranto-Grottaglie “Arlotta” non è concessa l’apertura ai voli civili e commerciali, dove per la Sanità si fa di tutto per spostare gli interessi altrove, in definitiva una Regione alla quale viene impedito di crescere.