Nella giornata odierna, al termine di complesse indagini di natura patrimoniale
e finanziaria, gli uomini del Nucleo Polizia Economico Finanziaria della Guardia
di Finanza di Lecce hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro
patrimoniale emesso della 2^ Sezione Penale del Tribunale di Lecce, su
richiesta del Proc. Aggiunto dott. Guglielmo Cataldi, nei confronti dei
componenti di un’associazione con base in Racale, dedita all’esercizio del gioco
d’azzardo attraverso l’alterazione di slot machine ed apparecchiature da
intrattenimento.
L’esecuzione delle misure ablative è intervenuta a compendio di un’ampia
indagine delegata dallo locale direzione Distrettuale Antimafia che aveva già
portato nell’anno 2015 all’esecuzione di nr.27 ordinanze di custodia cautelare
ed al sequestro preventivo ex art 12 sexies di beni riconducibili agli indagati
per un valore pari ad 12 milioni di euro.

Le investigazioni, che hanno interessato un ampio arco temporale, hanno evidenziato come agli odierni destinatari del provvedimento ablativo fossero
riconducibili una moltitudine di società e ditte individuali intestate a prestanome, attraverso le quali distribuivano e mettevano in esercizio in locali pubblici dislocati sull’intero territorio nazionale, “videopoker”, “slot machine” e “totem”, riproducenti il gioco d’azzardo. Le indagini consentivano inoltre di
riscontrare come alcuni componenti dell’organizzazione, avvalendosi del
“metodo mafioso”, turbassero la libertà di impresa e di concorrenza a tal fine
tenendo condotte intimidatorie nei confronti degli esercenti le attività
commerciali ove tali congegni erano collocati.
Gli accertamenti svolti dagli investigatori del Drappello Misure di Prevenzione
del GICO di Lecce, finalizzati alla individuazione ed alla successiva aggressione
dei patrimoni illecitamente accumulati dal gruppo criminale, facevano inoltre
emergere, oltre alla intestazione fittizia di numerosi cespiti a vari prestanome
anche l’esistenza di 2 trust fittizi, di cui uno utilizzato per segregare il
patrimonio delle suddette società allo scopo di eludere la normativa antimafia
in tema di confisca dei beni.
Sulla scorta di dette emergenze investigative, certamente indicative di una
abitualità nelle condotte delittuose, il GICO del Nucleo di Polizia Economico
Finanziaria di Lecce ha quindi eseguito, su delega della locale Direzione
Distrettuale Antimafia della Procura di Lecce, approfonditi accertamenti nei
confronti dei componenti del citato sodalizio, volti a verificare l’esistenza dei
presupposti legislativi per l’applicazione delle misure di prevenzione personali e
patrimoniali, ai sensi della vigente legislazione antimafia.
Veniva avviata pertanto una complessa attività investigativa che permetteva di
raccogliere numerosi elementi attestanti l’elevata pericolosità sociale degli
investigati, la loro propensione a delinquere nonché la loro refrattarietà ad
adeguarsi alle regole che presiedono l’ordinato e quieto vivere sociale.
Nel contempo venivano eseguiti approfonditi accertamenti patrimoniali e
finanziari, che permettevano di riscontrare l’esistenza di una netta
sperequazione tra le elevatissime disponibilità economico – patrimoniali e la
ben più modesta posizione reddituale da ciascuno dichiarata.
All’esito delle indagini, le risultanze investigative venivano comunicate al
Procuratore Aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia dr. Guglielmo
Cataldi il quale, condividendo la proposta formulata, inoltrava al Tribunale di
Lecce apposita richiesta di applicazione delle misure di prevenzione personale e
patrimoniale disciplinate dal D.lgs. 159/2011.
La Seconda Sezione Penale di Lecce accogliendo la richiesta così formulata ha
disposto il sequestro dei beni mobili, immobili e delle disponibilità finanziarie
che non hanno trovato giustificazione nei redditi dichiarati e nelle attività svolte
dagli indagati e dai loro familiari.
In particolare sono stati sottoposti a vincolo reale società attive nel settore del
commercio all’ingrosso di videogames ed apparecchi da intrattenimento, nel
settore della compravendita immobiliare, nella gestione di attività turistico
alloggiative e nel commercio all’ingrosso di alimentari, nonché immobili di
pregio (tra cui una struttura alberghiera ed un castello) e terreni agricoli
ubicati nei comuni di Ugento, Racale, Taviano, Gallipoli Melissano, autovetture
e disponibilità finanziarie, per un valore complessivamente stimato dei beni
posti sotto sequestro quantificato in 15 milioni di euro.
In dettaglio sono stati sequestrati 93 fabbricati (abitazioni, locali commerciali e
garage), 33 terreni, 9 società di capitali ed una ditta individuale, 20 automezzi,
saldi attivi riferiti a 40 fra depositi bancari e rapporti assicurativi nonché quote
societarie del valore di 450.000 euro.
I beni posti sotto sequestro sono stati affidati all’amministrazione di un custode
giudiziario appositamente nominato dal Tribunale di Lecce.