Nelle scorse notti, Agenti della Polizia di Stato della Sottosezione Polizia Stradale di Vieste ha inferto l’ennesimo colpo al traffico illecito di prodotti ittici protetti.
Avendo notizia di un probabile passaggio di mezzi trasportanti i menzionati prodotti, gli operatori effettuavano un capillare controllo del territorio nella tratta garganica compresa tra i centri cittadini di Vieste, Mattinata e Manfredonia.
Nella nottata del 25 Aprile u.s., in agro di Vieste, zona “Baia dei Campi”, gli Agenti intercettavano e bloccavano un’autovettura all’interno della quale venivano rinvenuti n. 350 ricci di mare, per un peso complessivo di 20 kg.
Il prodotto ittico veniva sottoposto a sequestro amministrativo, essendo vietata la pesca per un numero superiore a 50 unità.
Il veterinario responsabile territoriale dell’area “SIAV/B” Distretto di Manfredonia, intervenuto in reperibilità, dopo aver identificato, specificando la qualità del pescato che risultava vivo, ne disponeva la distruzione mediante rigetto in mare.
Il conducente dell’auto, che non era in possesso di alcuna autorizzazione di pesca professionale, veniva sanzionato per un importo di Euro 4.000,00.
Nella nottata del 27 Aprile u.s., nei pressi della Galleria di Monte Saraceno, agro di Mattinata, gli stessi Agenti della Polizia di Stato, procedevano al controllo di un’auto, con due persone a bordo, che destavano il sospetto dei due operatori.
Nel corso del controllo, all’interno del veicolo, adagiati in un retino in plastica, venivano rinvenuti nr. 8 kg di datteri di mare (Litophaga litophaga), la cui pesca è tassativamente vietata dalla legge italiana dal 1998, da quella comunitaria dal 2006.
Per prelevare i datteri è necessario frantumare la roccia in cui il bivalve scava dei fori dove vive nascosto. Lo strato superficiale degli scogli sommersi, delle falesie degradanti nelle profondità del mare, viene distrutto a martellate o con pinze marine o addirittura esplosivi, provocando una desertificazione delle scogliere sommerse.
In questo caso la distruzione di flora e fauna marina risulta essere ancora più grave, in quanto praticata all’interno di un Parco Nazionale protetto quale è quello del Gargano.
Pertanto, si procedeva al sequestro penale dei datteri e dell’attrezzatura utilizzata per rompere la roccia ed estrarre i molluschi.
Il veterinario, dopo aver identificato il prodotto, disponeva che lo stesso dovesse essere inviato presso l’Istituto Zooprofilattico di Foggia per essere sottoposto a campionatura per una ricerca scientifica.
Il conducente che dichiarava di essere lui l’artefice della pesca subacquea vietata, veniva deferito all’A.G. per deturpamento di bellezze naturali (scogliera, costa e falesie marine) pesca e trasporto di specie ittiche protette del tipo Datteri di Mare.