Tarantina, da sempre vicina alle problematiche della mia città, ne ho scritto e condiviso le lotte contro l’inquinamento e per rivendicare il sacrosanto diritto alla vita e alla salute, così come ho sempre partecipato da giornalista e condiviso le iniziative del comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti, tra cui il concertone del 1° maggio, che da anni fa da amplificatore, attraverso la musica, a quelle che sono le urla di una città che chiede giustizia.
Devo però, a malincuore, constatare una enorme caduta di stile. Mi chiedo se l’organizzazione filtri, mediante qualche criterio, quelli che sono gli interventi delle varie associazioni che si susseguono sul palco. Me lo chiedo perché stasera ho assistito a qualcosa di veramente squallido e mi riferisco agli interventi degli attivisti No Tap e, in seguito, a quelli dei No Tav della Val di Susa.
Vere e proprie manifestazioni d’odio contro le Forze dell’Ordine. L’attivista No Tap ha detto che “lavoro non significa picchiare chi lotta per la propria terra”.
Vorrei ricordare al caro attivista, che l’articolo 17 della Costituzione riconosce il diritto a riunirsi PACIFICAMENTE.
Ecco, forse è il ‘pacificamente’ che vi sfugge. Da un palco del genere, così importante, non si può far passare il messaggio che la Polizia picchia chi lotta per la propria terra. La Polizia deve far rispettare la legge per la tutela dell’ordine e sicurezza pubblica, quella che molti attivisti compromettono con bombe carta, sassaiola preistorica e chi più ne ha più ne metta. Molto spesso, la terra che vi ostinate a difendere, la distruggete voi stessi. Perché diciamocelo, oramai Tap e Tav sono diventati un pretesto per sfociare in violenza contro la Polizia e quanto accaduto a Lecce di recente, dove voi attivisti avete organizzato una vera e propria guerriglia urbana, ne è la dimostrazione.
Degno di nota è poi, l’intervento di un NoTav della Val di Susa, il cui nome di battaglia è, a suo dire, “Damigiana Molotov”. Lo stesso da quel palco ha urlato “celerini contro il guardrail”.
Il nome di battaglia del tizio già la dice lunga, sicuramente fuori ogni libertà di legge. Le stesse molotov, quelle che sono soliti lanciare durante i cortei, sono considerate armi da guerra, quindi abbiamo a che fare con guerriglieri urbani, soggetti pericolosi e professionisti del disordine.
Infine, è doveroso ricordare che quei poliziotti come molti poliziotti d’Italia, sono proprio del Sud e la divisa la indossano per difendere questa terra da qualsiasi violenza e forma di criminalità che non è mai accettata, nemmeno come forma di dissenso. Perché il dissenso, si può e si deve manifestare, ma in modo pacifico. Organizzarsi in guerriglia urbana con l’unico scopo colpire le divise, è da criminali.
L’auspicio è che l’organizzazione della manifestazione, impegnata nella tutela dei diritti dei cittadini, possa quanto prima scusarsi con tutti gli uomini e le donne in divisa che, anche oggi, festa dei lavoratori, sono lì per garantire la sicurezza di tutti. Tragicomico bersagliare, il primo maggio, proprio chi sta lavorando.
Sembra l’epilogo di un mondo che gira al contrario, in un paese che di normale ha ormai ben poco e, a Taranto oggi, ci siamo aggiudicati un primato.