“In Puglia ci sono circa 7000 posti letto per lungodegenze e post-acuzie nelle Residenze Sanitarie Assistite, un numero di gran lunga inferiore a quello delle altre regioni. Un gap che comporta grosse ripercussioni in termini di inappropriatezza dei ricoveri ospedalieri e che, se colmato, porterebbe ad un risparmio di 400 milioni di euro l’anno”. Così il consigliere del M5S Mario Conca in seguito all’approvazione del disegno di legge di modifica alla legge regionale sulla “Riorganizzazione delle strutture socio-sanitarie pugliesi per l’assistenza residenziale alle persone non autosufficienti. Istituzione RSA ad alta e media intensità assistenziale”.
“In Emilia Romagna ci sono circa 38000 posti nelle RSA – continua il pentastellato – in Veneto altrettanti, in Puglia sono meno di un quinto. La carenza di letti post-acuzie rende difficoltosa la dimissione protetta dei pazienti dagli ospedali entro i 7 giorni previsti per i luoghi di diagnosi e cura. Pazienti che, per questo, rimangono nelle corsie anche per mesi. Se attivassimo 20.000 posti letto in più nelle RSA pagheremmo 130 euro al giorno per il ricovero dei lungodegenti invece dei 700 che oggi si pagano per ogni giorno di ricovero nei reparti ospedalieri, cifra che raddoppia se il paziente è ricoverato in Terapia Intensiva. Se avessimo 27 mila posti in più, oltre a risparmiare, daremmo la possibilità ai Pronto Soccorso di avere la naturale valvola di sfogo del ricovero appropriato in acuzie, invece di intasarli, nonostante i posti OBI (dove sono presenti o attivi), nella disperata ricerca di un posto letto che spesso è situato a centinaia di chilometri o addirittura fuori regione. Un maggior numero di posti letto servirebbe anche a creare occupazione per almeno 10 mila addetti (OSS, infermieri, ausiliari, etc..) e a dare maggiore possibilità di scelta alle famiglie che decidono di ricoverare i propri congiunti in tali strutture. Se fossero istituiti anche il budget di salute e i voucher la concorrenza contribuirebbe ad innalzare la qualità dei servizi offerti, a tutto vantaggio degli utenti. Se fosse riconosciuta la figura del care giver dal Parlamento, consentiremmo a chi vuole di poter tenere l’ammalato meno complesso in casa con un ulteriore risparmio e tra l’amore dei suoi affetti. Come detto ieri in aula – conclude Conca – dopo tanti se, auspico che in sede di stesura del regolamento attuativo della legge 53 e della legge 9 si proceda con solerzia ad aumentare il numero di posti letto per evitare che si continuino a perpetrare questo immane spreco e un’ingiustizia a rilascio prolungato”.