Dopo l’incontro del 13 aprile scorso tra le Organizzazioni Sindacali e i Dirigenti del Dipartimento della Salute della Regione Puglia, si procede nella direzione sbagliata per la gestione del servizio di ristorazione negli ospedali pugliesi. Le parti infatti non sono convenute ad alcun accordo condiviso visto che la dirigenza regionale dell’Area Salute, presente con il Capo Dipartimento, dottor Giancarlo Ruscitti, il Direttore Generale della ASL di Bari, dottor Vito Montanaro, e il dirigente del Dipartimento della Salute, dott. Giovanni Campobasso, ha pedissequamente elencato i principali capisaldi della gara d’appalto, che prevederà un lotto unico regionale con una base d’appalto di 300 milioni di euro, 7 centri cottura in tutta la regione, probabili aumenti di posti di lavoro. Tutto ciò non ci convince, innanzitutto perché ancora una volta siamo di fronte a delle decisioni prese dall’alto e non a scelte discusse e condivise politicamente in sede di Consiglio regionale. In secondo luogo parliamo di un servizio importante da fornire ai cittadini, che deve essere di qualità: garanzia che non potrà mai venire da un pasto surgelato, preparato a distanza sia temporale che geografica con l’affidamento unico. Sinistra Italiana/ Liberi e Uguali è in totale disaccordo con la scelta dell’affidamento unico regionale per il servizio di ristorazione e torna a chiedere attenzioni per i lavoratori, per i quali anche in base ad una recente sentenza del Consiglio di Stato è prevista la internalizzazione. La promessa di aumentare i posti di lavoro non convince se poi non viene garantito il tempo pieno ai lavoratori. E’davvero inconcepibile la scelta di non utilizzare le attuali cucina in funzione in ogni presidio, molte delle quali recentemente ristrutturate, che possono continuare ad essere utilizzate per la preparazione dei pasti freschi, mentre si sceglie di fornire pasti precotti a degenti e personale sanitario. Dunque si profilano risvolti negativi sulla qualità dei pasti, ma anche nei confronti dei lavoratori, per i quali non vi sono garanzie per i contratti. Veniamo a conoscenza che saranno spesi 230 milioni di euro di fondi FESR per ristrutturare le cucine ospedaliere che saranno utilizzate solo per riscaldare i pasti, ma allora perchè non rispettare le normative europee e nazionali che consigliano, soprattutto per i degenti, pasti preparati con alimenti freschi a km 0 ? Inoltre riscontriamo un’anomalia nella provincia di Foggia, dove si potrà contare eventualmente su una sola cucina ospedaliera, quella del Riuniti di Foggia, dal momento che i 2 milioni di euro destinati alla ristrutturazione della cucina ospedaliera di San Severo sono stati deviati per altri servizi.
Mino Borraccino