Si è appena conclusa la 166 cerimonia della Fondazione della Polizia di Sato in cui il Questore di Taranto, ha dottamente illustrato i dati relativa al bilancio di un anno di estenuante attività posta dagli uomini e delle donne in divisa che operano in questa provincia e noi, non possiamo che rivolgere un plauso alla loro dedizione e professionalità. Abbiamo certamente apprezzato le sue parole che rispecchiano il motto celebrativo ovvero “esserci sempre” e soprattutto il modo di come, uno come lui, “poliziotto tra i poliziotti”, sa mantenere uniti i valori insiti a tutti gli operatori di polizia e dell’essere e sentirsi uomini al servizio dello Stato, nonostante le difficoltà e le insidie che ogni giorno gli appartenenti alle forze dell’ordine incontrano, sottolineando come malgrado tutto, si continua a dare una risposta concreta ed efficace in termini di contrasto alla criminalità locale e alle illegalità, atteso che sul nostro territorio, si rafforzano gli interessi criminali soprattutto nell’ambito dello spaccio della droga e delle armi oltre al fenomeno estorsivo.
Ma calato il sipario, tocca poi a noi, al sindacato e al suo ruolo istituzionalmente riconosciuto, rovesciare la medaglia e denunciare le condizioni critiche dei lavoratori di polizia che operano sull’area jonica.
Intanto iniziamo dalla reiterata carenza degli organici. Abbiamo appena preso atto della tabella ministeriale dei trasferimenti del ruolo Agenti ed Assistenti della P.S. che per aprile, ha previsto due soli avvilenti avvicendamenti per la Questura (significa che due operatori escono poiché trasferiti in altra sede e due entrano), uno per lo Scalo Marittimo e due per la Polizia Stradale di Taranto.
La prima domanda: Il mantenimento sulla sicurezza in questa area, passa attraverso questo inconsistente potenziamento ???!!! Secondo le dichiarazione di Antonio Digregorio – Segretario Generale Provinciale del SIULP di Taranto, non possiamo mostraci del tutto entusiasti delle scelte della Direzione Centrale per le Risorse Umane, rispetto al piano di potenziamento degli organici 2018/2019, reso noto alle organizzazioni sindacali che per ora, ha escluso questo capoluogo che invece dovrà attendere sino ad ottobre per conseguire – ci dicono – un incremento di 15 unità. Unità che però saranno destinate solo alla Questura, mentre gli uffici di Specialità (Stradale, Polfer, Frontiera, Postale e Reparto Mobile) continueranno a rimanere a “stecchetto”.
Ovviamente, benchè tale piano indica un preciso numero, esso ci sembra ancora molto lontano dal reale obbiettivo che punta a rafforzare gli organici, allo stato attuale ridotti ai minimi termini. Non possiamo infatti sottacere al fatto che tanto la Questura di Taranto quanto i Commissariati di Grottaglie, Martina Franca e Manduria, lasciati alla loro lenta agonia come pure gli uffici di Specialità, continuano a fare i conti con i seguenti aspetti:
sono sotto organico di oltre 110 unità ed il numero è destinato ad aumentare prossimamente;
età media dei poliziotti che nella Provincia Jonica si aggira sui 48-50 anni;
il numero dei pensionamenti ha raggiunto ragguardevoli cifre senza che vi siano state proporzionali sostituzioni;
il personale viene trasferito a Taranto dopo 18 – 19 anni di servizio in altra sede, quindi già “spremuto” oltre che con una età anagraficamente importante;
aumento dei carichi di lavoro, determinato dalla scarsità del personale che con questa condizione, in termini operativi corre anche maggiori rischi sul piano della incolumità e sicurezza personale;
con i numeri attuali non si garantisce al cittadino un efficace piano di sicurezza, in un capoluogo, il secondo della Puglia con circa 200 mila abitanti, con una vasta estensione geografica e un tasso di criminalità non certo di livelli inferiori ad altre città del meridione;
Questo è il quadro entro cui, a livello locale, si muove la Polizia di Stato, aspetti più volte rimarcati dal SIULP di Taranto, al punto che siamo a chiederci, per quale ragione, sulla linea ministeriale già tracciata, non vengano accelerate le procedure per bandire ulteriori concorsi pubblici e scorrere, secondo i dettami di legge, le graduatorie di quelli già in atto, in modo da consentire un graduale reintegro con le nuove e giovani forze.
Il cataclisma della Polizia Stradale Jonica. Quasi “catastrofica” appare soprattutto la situazione presso la Sezione della PolStrada di Taranto, “sottomessa” da un imprudente depotenziamento del personale dovuto al mancato turn over, esasperato dalle recenti vicende giudiziarie che hanno coinvolto sei agenti in forza al medesimo ufficio, attualmente sospesi dal servizio. In relazioni a tali effettive esigenze, avevamo nutrito forti aspettative, ancora una volta disattese dal Dipartimento visto che con la recente movimentazione del personale, anche qui, sono stati disposti appena due soli inconsistenti movimenti.
La Direzione Centrale, continua a non dare risposte tanto ai “superstiti” della Stradale di Taranto, quanto alla collettività, privata dai servizi specialistici di vigilanza stradale, di prevenzione del fenomeno infortunistico, della rilevazione degli incidenti stradali, dell’accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale e di altri importanti compiti di cui la Polizia Stradale, secondo i dettami legislativi, ne è la massima espressione,
Per dirla tutta – aggiunge Digregorio – sulle nostre strade, non vi sono più pattuglie della Stradale, a mala pena assicurate solo su un paio di quadranti dal Distaccamento di Manduria che con le sue ridottissime 12 unità, non può fare certo miracoli, atteso che per un servizio ordinario, una pattuglia che parte dal centro messapico potrebbe coprire un raggio di oltre 200 km (andata e ritorno) poichè l’itinerario stradale si completa alle “Tavole Palatine” al confine con la Basilicata, nei pressi di Metaponto (Mt).
Di fatto, si ricorre spesso a soluzioni precarie, “elemosinando” qualche servizio con il personale burocratico sottratto alle attività d’ufficio oppure attraverso aggregazioni temporanee. Una transitoria organizzazione di lavoro che in taluni casi, tra l’altro concretizza una mortificante inflazione di ruoli e funzione della Polizia di Stato, oltre al fatto che tali condizioni, talvolta concretizzano persino violazioni alle norme contrattuali di cui si rischia persino il deferimento al giudice del lavoro, situazioni queste ultime che ci allontanano parecchio dai decantati piani di ammodernamento e dal rilancio del nostro apparato, almeno per quanto attiene la Stradale, per la quale, evidentemente il Dipartimento centrale, “continua a nasconde” un progetto diverso.
In questa maniera – aggiunge il Segretario del SIULP – si concretizza una scompaginata organizzazione lavorativa, per la quale, gli operatori, essendone “vittime e carnefici”, non hanno alcuna responsabilità. Semmai le uniche responsabilità sono da attribuire alla parte manageriale ministeriale che a questo punto – crediamo – non è in grado di programmare una adeguata pianificazione rispetto al potenziamento delle risorse, in modo da poter offrire al cittadino i servizi di polizia stradale di cui necessita.
Questi i numeri e le statistiche: Basti pensare che gli ultimi trasferimenti in entrata alla Sezione Polstrada di Taranto, risalgono al 2013, dopodichè il declino. Da 37 unità (2014), sulla carta, come forza si è passati a 32 unità (2018) a cui però vanno sottratte altre sette unità (aspettativa speciale, sospensioni, pensione) e siamo giunti a 25. Nel 2014, all’attivo vi erano 81 unità mentre nel 2018 vi sono 64 unità effettive, numero che incorpora anche il personale del Distaccamento di Manduria (passato da 17 unità del 2014 a 12 attuali) e quello dell’Autostradale di Palagiano che per effetto del contratto Aiscat, più o meno, ha mantenuto inalterato l’organico, attestandosi su un numero di 28 unità.
Come si può, continuare a sostenere i costi economi per i corsi che attestano l’elevata professionalità e specializzazione della Polizia Stradale attraverso i continui aggiornamenti degli stessi operatori presso il Centro di Addestramento, quando poi, con questa precarietà organizzativa, la professionalità viene dispersa o mal utilizzata in un territorio come il nostro.
Con queste criticità, attesa la sempre più crescente richiesta di sicurezza da parte dell’utenza, come possiamo guardare agli obbiettivi posti dal Piano d’Azione Europeo per il decennio 2011-2020, in adesione anche ai progetti strategici sulle politiche di sicurezza dettate dall’Unione Europea che pongono come investimento primario, quello di realizzare, non in termini statistici ma realistici, sempre più maggiore prevenzione sulle strade per ridurre in misura costante il numero di incidenti e di vittime ridando maggiore percezione della sicurezza da parte dei cittadini. La Sezione di Taranto, con i numeri appena rappresentati, risponde a tali esigenza e a tali prerogative ?
Alla luce del quadro rappresentato, come cittadini ancor prima che come operatori di polizia e quadri sindacali, nel contesto generale della sicurezza pubblica, ci sentiamo abbastanza preoccupati dal livello raggiunto, poiché la sicurezza sul territorio, passa anche attraverso i servizi resi da questo importante settore che fra qualche giorno compie 71 anni di vita.
La Sezione della Stradale di Taranto – secondo Digregorio – pur rimanendo cosciente dei propri fini, sul piano strategico ed operativo, come abbiamo visto, invece stenta a riprendersi da uno “stato comatoso”.
Il SIULP Jonico, da tempo notifica ai vertici questa critica condizione e lo ha fatto anche in occasione della recente visita in Sezione del Dirigente Superiore Dr. Luca Speranza, da poco alla guida del Compartimento per la Puglia al quale rivogliamo il nostri auguri. Ma adesso è ora che tali notifiche giungano all’organo centrale al quale abbiamo chiesto un tavolo di crisi in cui esaminare congiuntamente a livello ministeriale le criticità soprattutto delle Specialità.
Taranto, 12 aprile 2018