Abbiamo lanciato qualche giorno fa un appello suonato come un vero e proprio grido di allarme: infrastrutture al collasso, manutenzioni assenti, opere incompiute, cantieri che non partono. Il ritratto fosco di un Paese intero ormai in codice rosso su tutto il fronte dei lavori pubblici.
E soprattutto una riforma normativa, quella operata con il codice appalti del 2016, che per molti versi ha fallito i suoi obiettivi di rilancio e qualificazione del settore. Ma l’attualità di questi giorni, e l’osservazione di quanto accade sul territorio, ci dice che riscrivere le regole non basta.
Spesso le regole ci sono, anche profondamente innovative, ma i problemi vengono da un cattiva applicazione da parte delle Amministrazioni.
E’ il caso del massimo ribasso sul prezzo, che quasi tutti consideriamo pressoché estinto, sostituito dal più articolato e qualificato criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, e per gli affidamenti sotto i due milioni di euro dall’esclusione automatica delle offerte anormalmente basse.
Questo per effetto della precisa volontà del legislatore comunitario e nazionale di contrastare i negativi effetti di una concorrenza al ribasso sui prezzi, ampiamente dimostrati e conosciuti anche a Taranto: contenzioso e cattive esecuzioni, filiere di subaffidamento poco chiare, evasione retributiva e contributiva, inadempimenti in materia di sicurezza, il tutto a sancire una difficoltà delle imprese sane a competere con chi le regole non vuole rispettarle.
Ora di fronte ad una consapevolezza così forte messa in campo dallo stesso legislatore, da una volontà condivisa di archiviare definitivamente una cattiva stagione del recente passato, c’è chi come il CPT di Taranto, forse attratto dall’equivoco di conseguire un maggior risparmio, decide di rispolverare quel passato e di affidare al massimo ribasso i lavori per la realizzazione di una propria struttura operativa all’interno dell’area P.I.P. del Comune di Maruggio.
Oltretutto non vi sono i soli guasti economici e sociali, vi è anche una maggiore complicazione e gravosità del procedimento dettata dall’esigenza di una valutazione delle offerte anormalmente basse ricevute, per le quali occorre procedere con un giudizio tecnico sulla congruità, serietà, sostenibilità e realizzabilità che inevitabilmente, se condotta con la dovuta serietà, porta via tempo.
Ci chiediamo allora quale sia il senso di un tale irragionevole ed irresponsabili utilizzo delle norme, quale siano gli ostacoli che si frappongono ad una più responsabile gestione del denaro pubblico.
Fare le opere a qualunque costo, incuranti degli effetti negativi che si innescano sul territorio, è una scelta che non ha mai pagato e non ha mai reso un buon servizio alla comunità.
Facciamo dunque appello ai nostri Amministratori per far ricorso ad una più attenta applicazione del Codice, in ogni suo aspetto, garantendo così una maggiore e più qualificata partecipazione delle aziende sane che non possono più ignorare, soprattutto in un momento di profonda crisi come quello attuale, la necessità di mantenere gli equilibri finanziari per poter continuare a sopravvivere e per poter garantire la corretta esecuzione delle opere a loro affidate.
ANCE TARANTO – Sezione Costruttori Edili di Confindustria Taranto