Il cuore del mondo sta in Palestina, ma c’è anche il cuore di Taranto a Betlemme nella Basilica della Natività, luogo assurto a patrimonio universale dell’UNESCO.
Prima della mia partenza per la Palestina, grazie alla preziosa segnalazione di Carmine De Gregorio, ho trovato alcune fonti che attestano l’esistenza del dipinto di San Cataldo sul fusto di una delle colonne nella navata centrale della Basilica della Natività di Betlemme.
Inoltre, sono venuta a conoscenza che l’impresa di restauro del Dott. Gianmarco Piacenti – un’eccellenza italiana di altissimo livello in questo settore – stava conducendo dal settembre 2013 degli impegnativi lavori in tutta la Basilica.
Temevo però che Il periodo del mio viaggio in Palestina sarebbe coinciso con la probabile assenza dei restauratori.
Non solo. Non potevo sapere se la colonna di San Cataldo fosse già stata restaurata o se fosse ancora rivestita da protezioni che ne avrebbero impedito la visione.
Un’esperienza quindi emozionante e straordinaria mi attendeva ma piena di incognite ed incertezze.
Anche e soprattutto perché nessuno fino ad oggi ha mai documentato con fotografie o video la presenza di San Cataldo in questa Basilica.
Arrivata a Betlemme martedì 3 aprile 2018, con evidente emozione sono entrata nel luogo della Natività.
Era la terza volta che lo visitavo, ma questa volta con una commozione ed una consapevolezza più intense.
Ed eccole! Le colonne mi appaiono divise in file, due nelle navate laterali e due nella navata centrale.
Inizialmente pur avendo contato le colonne dall’ingresso, non ho avuto certezza che quella individuata fosse quella del Santo in quanto il volto non è più riconoscibile.
Ho avuto conferma di essere al cospetto di San Cataldo dai restauratori italiani che mi hanno permesso di fotografare al meglio la colonna.
Inoltre, e di questo ringrazio i collaboratori del Dott. Piacenti, ho acquisito da loro del materiale utile per avere un quadro informativo più puntuale sul nostro Patrono.
La colonna di San Cataldo è l’ottava a sinistra e si colloca subito dopo quella della Madonna ed il Bambino e quella di San Giovanni Evangelista, quindi in posizione privilegiata e molto vicina all’altare.
La figura del Santo appare nella parte superiore della colonna e si sviluppa per circa un terzo della sua altezza. San Cataldo indossa una tunica sormontata dalla penula e questa dal pallio. Con la destra benedice, con l’indice e medio alzati, con la sinistra tiene il bastone pastorale sollevato in alto. Porta in capo la mitra mentre il viso è completamente scomparso.
Ai piedi del Patrono compaiono dei simboli araldici di cavalieri, scritture beneventane e le effigi di due saraceni mentre i simboli della parte inferiore sono stati consumati nei secoli dalle mani dei fedeli. La colonna è sormontata da un raffinato mosaico rappresentante gli Angeli.
Una volta tornata in Italia, ho sistemato le foto scattate e, attingendo anche dal mio archivio fotografico, ho elaborato un progetto documentale che mostra come nel marzo 2013 i lavori dovessero ancora iniziare, come nel 2014 invece erano già avviati e nel 2018 quasi completati almeno per le colonne centrali.
Sono onorata di aver portato questa rappresentazione inedita di San Cataldo a casa e immaginando la moltitudine dei tarantini che si sono recati nel tempo a Betlemme e sono entrati nella Basilica senza vederla, sono certa che da oggi in poi la riconosceranno.
Penso che anche Cataldus dei Tarantini sarà contento di essere stato finalmente e, spero, degnamente omaggiato da una sua protetta e di essere stato conosciuto in questa veste nella città di cui è Patrono.
Ancora commossa per quello che ho vissuto, condivido con tutti i miei concittadini questo evento storico.
Dr.ssa Anna Svelto