Era il 14 gennaio del 2018 e, dopo aver inserito su questo Quotidiano la notizia della morte di un operaio Ilva a causa di un tumore, utilizzando un’immagine marchiata “Rai 3“, il link fu sommerso da una serie di commenti di un tale Antonio Antonello De Gennaro, definitosi “Direttore” di un Quotidiano locale online, il quale accusava me e la mia testata di aver rubato le “sue” immagini. Commento banale, se non fosse per tutti quelli che vi hanno fatto seguito, dopo che io ed altri, abbiamo provato con educazione e gentilezza, a spiegare che quella immagine era marchiata “Rai 3” e prelevata dalla bacheca Facebook del giornalista Domenico Iannacone.
Il De Gennaro, non ne ha voluto sapere e, nel suo stile, come documentato da articoli di stampa che lo vedono addirittura accusato di stalking nei confronti di un altro collega, ha continuato a pubblicare commenti offensivi arrivando addirittura a sminuire la mia posizione da “pubblicista”, ostentando il suo essere professionista da oltre 30 anni.
Tanto di cappello alla professione, tra l’altro quella che amo e che ho scelto per la mia vita, ma le virtù, ciò che fa una persona, sono ben altra cosa.
Vi starete chiedendo… e quindi? La questione è andata di molto avanti. Il signor De Gennaro ha continuato ad offendere (come da schermate allegate), insinuando illiceità nella mia attività editoriale e nella mia posizione fiscale. Non solo, ha offeso membri della mia famiglia definendoli ignoranti solo perché residenti in un piccolo paese di Provincia, ovvero Montemesola. Ancora, dopo aver messo un punto a quel pietoso scambio di commenti, il signore in questione, ha contattato privatamente un altro membro della mia famiglia, intimidendolo e dicendogli di “pensare a fare altro, perché a Roma gli avvocati costano e non te li puoi permettere”.
Ebbene, apprendere che il signore in questione viva a Roma mi ha di molto sollevata, considerando che a Roma vi è il mio avvocato di fiducia, l’avvocato Eugenio Pini, titolare dello studio legale Pini&Partners, tramite il quale ho presentato un atto di denuncia – querela con istanza di sequestro, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma.
Ho denunciato il signor De Gennaro perché il suo atteggiamento è dannoso per se stesso e per la professione che mi onoro di svolgere, frutto di anni e anni di sacrificio. Un giornalista deve servire la verità per rendere un servizio al lettore, non mettere alla gogna il prossimo, non offendendo le posizioni altrui senza conoscere il vissuto di quella persona. Non è corretto, non è elegante, attaccare il lavoro altrui solo perché non si riesce a fare altrettanto, arrivando addirittura a sostenere che l’ignoranza di taluni, sia da attribuire al fatto che vivano “tra le campagne di paesi di provincia”, in questo caso Montemesola, il cui sindaco Vito Antonio Punzi, invito pubblicamente, a costituirsi parte civile nel processo.
Caro signor De Gennaro, dal basso della mia acerba esperienza e dei miei 27 anni, da nipote – più che figlia – con tutta l’umiltà possibile, le consiglierei di non sottovalutare mai chi trova dinanzi a sé, che sia di provincia o di città. Né quando sale, né quando scende per le scale della vita.