Il settore delle costruzioni è un “motore” sempre acceso, ma purtroppo al minimo, e va alimentato con il carburante della fiducia: è l’immagine evocativa ed efficace con cui l’ANAEPA Confartigianato, la categoria degli edili di Confartigianato, fotografa la situazione del comparto ionico.
Parole che risuonano con forza in una provincia, quella di Taranto, dove il “tasso di artigianalità” di questo settore economico sembra resistere con estrema difficoltà in un decennio di forte crisi che ha colpito con durezza segnando con un calo di oltre il 10% delle aziende artigiane e la perdita di migliaia di posti di lavoro in tutta la filiera negli ultimi dieci anni.
Oggi la situazione sembra leggermente diversa e se non possiamo parlare di vera e propria ripresa, si riesce almeno a registrare qualche debole segnale positivo che ci aiuta ad investire in fiducia.
Ma ognuno deve fare la sua parte, e quindi è il momento che le istituzioni e le forze politiche inizino a condividere una priorità che da tempo additiamo come determinante: quella della riqualificazione del nostro patrimonio edilizio, sia esso pubblico o privato, residenziale o produttivo.
Grazie anche alla politica nazionale delle detrazioni fiscali gli interventi di recupero alimentano già oggi il 70% circa del mercato e si tratta di un ambito in cui la flessibilità, le competenze e la prossimità al cliente espresse dagli artigiani e dalle piccole imprese danno loro un vantaggio competitivo.
Ma potrebbe non durare ancora per molto tempo se non aiuteremo i nostri imprenditori a cambiare modello, a giocare in rete la sfida di una “edilizia 4.0” costretta a fare i conti con scenari, anche sociali e culturali, in vorticoso cambiamento.
Le nostre istituzioni locali devono intervenire con decisione, nonostante le ristrettezze dei bilanci pubblici, ma soprattutto devono accettare il confronto collegiale con le nostre associazioni, i professionisti e i sindacati dei lavoratori.
E, cosa ancora più importante, si deve comprendere che l’efficacia e la snellezza delle procedure burocratiche valgono quanto e più delle risorse in vista di un rilancio concreto dell’edilizia e dei settori collegati.
Il nostro obiettivo strategico è quindi la “riqualificazione”, variamente declinata come rigenerazione energetica e statica degli edifici, così come di agglomerati più complessi.
E’ questo il terreno su cui si può giocare una vera ripresa, coniugando obiettivi di rigenerazione urbana, messa in sicurezza, innovazione, anche nel settore delle costruzioni, può conseguire, a patto che le imprese, le loro organizzazioni e tutti gli attori coinvolti sappiano reinterpretare tempestivamente il proprio ruolo, con lungimiranza e intelligenza.