“Non vorremmo che le scelte politiche avessero il potere di cambiare la storia. Se così fosse allora diventerebbe di facile lettura la risposta negativa che il presidente dell’Associazione europea delle vie Francigene, Massimo Tedeschi, ha fornito, richiestone, all’assessore regionale all’Industria culturale e turistica circa l’inclusione di Taranto nel percorso delle vie Francigene”.
Attacca a testa bassa Gianni Liviano, consigliere regionale del gruppo Misto, e nel mirino mette Massimo Tedeschi, presidente dell’Associazione europea delle vie Francigene, tanto più che lo stesso Tedeschi “in almeno tre occasioni è stato ospite di altrettante mie iniziative in cui si è dibattuto, appunto, dei cammini e delle vie Francigene e nel corso delle quali ha ribadito come la storia collochi Taranto a pieno titolo all’interno del percorso”.
Tutto prende spunto dalla risposta che l’assessore Loredana Capone ha fornito all’interrogazione presentata tempo fa dal consigliere Liviano proprio sull’inserimento di Taranto nel cammino delle vie Francigene. Un’interrogazione molto dettagliata che si rifaceva a documenti storici e ad un’attenta bibliografia che legittimavano la candidatura di Taranto e con la quale si chiedeva alla Giunta se intendesse rivedere il protocollo d’intesa sottoscritto con l’Associazione europea
delle Vie Francigene ottemperando così alla volontà espressa esplicitamente dal Consiglio regionale (che aveva approvato all’unanimità la mozione presentata sempre da Liviano)
inserendo Taranto e l’area jonica nel percorso degli itinerari culturali del Consiglio
d’Europa e riconoscendo di interesse regionale il suo innegabile e consistente patrimonio
di valore storico-artistico-culturale e religioso.
Adesso, invece, giunge una risposta negativa secondo la quale, invece, le fonti confermano la centralità storica “della Via Appia, Regina Viarum, collegante Roma con l’importantissimo porto di Brindisi, costruita nel 272 a.C. e,
da allora, indissolubilmente legata alla città di Taranto. La Via Appia successivamente
venne affiancata dalla Via Traiana con la quale condivide il tratto settentrionale. La Regina
Viarum conobbe nei secoli variazioni di percorso dovute ai mutamenti geopolitici, ma non
fu mai abbandonata completamente. Essa fu frequentata da mercanti, viaggiatori,
pellegrini che avevano necessità di raggiungere il porto di Taranto o, di lì, risalire verso i
porti adriatici di Brindisi e Otranto, e questo senza cambiare né identità né nome. Studi e
ritrovamenti storici ed archeologici, non fanno che confermare la vitalità della sua storia
millenaria. La storia millenaria del legame fra Taranto e la Regina Viarum fa sì che
l’impronta della Via Appia sulla città abbia tale profondità ed estensione da costituirne
caratteristica prevalente rispetto ad itinerari posteriori, quale anche la Via Francigena.
“Resta il fatto – aggiunge il consigliere regionale tarantino – di un inspiegabile dietrofront del prof. Tedeschi alla luce del fatto che, dopo aver esaminato il testo della mia mozione, aveva espresso un commento positivo sia sull’impianto del testo sia sulla documentazione portata a supporto della richiesta. Per questo – conclude Liviano – non vorrei che la volontà politica di privilegiare l’asse salentino a discapito di quello ionico possa aver avuto il sopravvento. Se così fosse sarebbe di una gravità inaudita. Nelle prossime settimana organizzerò un importante convegno sul tema”.