Rinnovata la tradizione della via crucis a Manduria; a causa della pioggia l’evento si è svolto, nella domenica delle Palme, all’interno della chiesa Madonna del Rosario. Con la presenza di tantissimi fedeli la statua di Gesù Cristo in Croce è stata portata a spalle lungo le due navate laterali della chiesa, per le prime sette stazioni da componenti della confraternita di San Giuseppe, e per le successive sette da tre cavalieri e una dama dell’ordine P.T.H.M. (Priorato del Tempio Hierosolimitano di Mik’ael). Particolare caratteristica deriva dalla dialetto usato durante le varie allocuzioni affidate alla compagnia filodrammatica “Ce tiempi” di Manduria. Perchè Il dialetto? A spiegarlo il parroco Don Mino Massa: “il dialetto, soprattutto se intriso di fede, è uno prezioso strumento di comunicazione del popolo di Dio; il nostro popolo ha sempre pregato con la lingua dialettale, del resto questa vicinanza al popolo, questa concretezza, esprime quella che è l’incarnazione di Gesù Cristo che si è fatto uomo per noi, entrando nel nostro popolo. Per questo ho con piacere accettato la proposta e ho voluto rinnovare la tradizione. Nel passato la lingua liturgica ufficiale è stata il latino, non per escludere, ma per unire attraverso una lingua universale tutto il popolo dei cristiani; successivamente si è voluto adottare il linguaggio di ciascuna nazione per rendere più immediata la comprensione.” Come si è detto alla Via Crucis ha preso parte un’ampia delegazione di cavalieri e dame del Trust P.T.H.M. e più precisamente le commende “Terra dei Messapi” di Manduria, guidata dal Commendatore Aldo Chimienti e quella di Taranto “Nostra Signora di Costantinopoli” guidata dal Balivo di Puglia, Commendatore Gennaro Forconi. Su questa presenza in Chiesa il pensiero del parroco: “la presenza dei Templari ci ha ricordato la concretezza di Gesù che è diventato uno di noi, ha scelto di vivere e camminare per le strade dell’uomo, e la presenza dei Templari ci ha ricordato questa verità”.