Il centrosinistra ha avviato una chiusura ‘a tenaglia’ di Emiliano, ormai marcato stretto dai suoi compagni che gli presentano il conto di due anni trascorsi da equilibrista senza la capacità di fare una sintesi tra le diverse anime che compongono la sua maggioranza. Riteniamo, tuttavia, che parlare di fallimento di Emiliano solo per gli scossoni interni alla Giunta e alla coalizione significhi derubricare fortemente l’entità di una spaccatura vera con la comunità pugliese”.
Lo dichiarano i consiglieri regionali di Forza Italia Nino Marmo, Giandiego Gatta, Domenico Damascelli e Francesca Franzoso.
“La raffica di dimissioni in Giunta aggiungono – è un segnale forte che qualcosa sia andato storto. Ma non è tutto: potremmo rivangare la nomina di Ruggeri, che ha fatto campagna elettorale nel centrodestra e che siede accanto a lui, con non pochi mal di pancia dei consiglieri del suo schieramento. Così come potremmo rievocare la recente nomina di Di Cagno Abbrescia a presidente dell’Acquedotto Pugliese. A furia di tirare la corda, Emiliano rischia di trovarsela in mano, spezzata. Il punto, però, è anche un altro: il fallimento non è solo negli equilibri politici del centrosinistra, ma nella guida della Puglia. Senza spirito di polemica, dobbiamo ammettere di non aver mai visto una legislatura più paralizzata sotto il profilo programmatico ed operativo. Ammesso che qualcuno non decida di staccargli prima la spina, al presidente conviene candidarsi alle elezioni europee nel 2019 per avere 5 anni di serenità politica. Perché – concludono i consiglieri di Fi – una cosa è certa: alle prossime elezioni regionali, Emiliano sarà sconfitto per non aver voluto affrontare neppure un solo problema dei cittadini che lo hanno votato”.