“Persiste nella nostra società un diffuso approccio di disinteresse riguardo all’assistenza affettiva e sessuale per persone con disabilità o patologie invalidanti. Questo argomento, ancora considerato un tabù, è oggetto di una mozione che ho ritenuto opportuno sottoporre all’attenzione del Consiglio regionale della Puglia, affinchè il diritto alla sessualità e al benessere sessuale, da considerarsi a tutti gli effetti e per tutte le persone un diritto soggettivo pieno, venga riconosciuto nella nostra regione per le persone con disabilità. Occorre un riconoscimento completo di tale esigenza nell’ambito dell’ordinamento giuridico, nella consapevolezza che la negazione di questo diritto è da considerarsi alla stregua di una violazione dei diritti all’uguaglianza, alla non discriminazione, alla dignità e alla salute. Anche la stessa Corte Costituzionale ha chiarito, nella sentenza n. 561 del 18 dicembre 1987 che “essendo la sessualità uno degli essenziali modi di espressione della persona umana, il diritto di disporne liberamente è senza dubbio un diritto soggettivo assoluto, che va ricompreso tra le posizioni soggettive direttamente tutelate dalla Costituzione ed inquadrato tra i diritti inviolabili della persona umana che l’art. 2 Cost. impone di garantire”.
A causa di condizioni di disabilità e di non autosufficienza, a molte persone viene di fatto negato il diritto a vivere relazioni interpersonali complete anche sotto il profilo psico-affettivo, emotivo e sessuale, con la conseguenza che spesso tale privazione genera nel soggetto disabile ulteriore perdita di autonomia e autostima che, a sua volta, produce maggiore sofferenza. Come ad ogni persona deve essere riconosciuta la possibilità di compiere scelte consapevoli rispetto alla propria sessualità, quale condizione che concorre al raggiungimento di un benessere psicofisico pieno e al riconoscimento del suo diritto alla salute, disponendo di opportunità e mezzi adeguati per raggiungere questo scopo.
Troppo spesso la difficoltà di gestire situazioni molto delicate e complesse ricade completamente sulle famiglie che, in mancanza di un supporto adeguato da parte delle istituzioni, si trovano sole di fronte a queste specifiche esigenze dei disabili.
E’ necessario, pertanto, da un lato superare barriere e pregiudizi di carattere culturale che impediscono la piena consapevolezza dell’esistenza di questo tema e, dall’altro, porre in essere iniziative istituzionali finalizzate a riconoscere che la dimensione della sessualità delle persone con disabilità debba essere sostenuta attraverso interventi a loro rivolti finalizzati all’assistenza all’emotività, all’affettività e alla sessualità.
Su questo tema in molte parti d’Europa (Danimarca, Svizzera, Germania, Paesi Bassi, Austria) si è diffusa la figura dell’Assistente Sessuale che, a seguito di un rigoroso percorso di formazione di tipo psicologico e medico, è in grado di aiutare le persone affette da disabilità fisico-motorie oppure psichico-cognitive a vivere esperienze emotive o sessuali soddisfacenti, in modo da gestire meglio sentimenti o pulsioni che, in molti casi, ove non correttamente approcciate, si traducono in rabbia o aggressività.
In Puglia molte famiglie di persone affette da disabilità hanno evidenziato la necessità di un intervento di tipo normativo, da parte della Regione, per affrontare questo tema, sul quale si è creato un movimento di opinione nazionale.
Pertanto auspichiamo, con la nostra mozione, di mettere in campo iniziative finalizzata a diffondere, sul territorio pugliese, la problematica legata al riconoscimento pieno del diritto soggettivo al benessere psico-fisico, emotivo e sessuale per le persone affette da disabilità, verificando la possibilità di avviare, anche in via sperimentale e con la collaborazione delle ASL pugliesi, l’istituzione di un Albo di Operatori/Operatrici accreditati a svolgere, sul territorio regionale e dopo un adeguato percorso formativo, la funzione di Assistente Sessuale”