Ecco cosa succede quando non si danno risposte concrete. Ora c’è anche un esposto al Garante della Concorrenza nel quale si segnala che sia la società Aeroporti di Puglia sia la Regione non hanno rispettato la destinazione d’uso dell’aeroporto di Grottaglie, che comprendeva anche i voli passeggeri. Ciò, per la elementare ragione che il Codice della navigazione non prevede l’esistenza di un “aeroporto industriale”, come qualcuno si ostina a definire quello di Grottaglie.
Questo avviene, nonostante che il “M. Arlotta” sia stato inserito dal Ministero dei Trasporti nella lista degli aeroporti di interesse nazionale, avendo tra l’altro la pista più lunga dell’Italia meridionale.
Anche in questo caso gli impegni finora assunti in più riprese dal Presidente Emiliano non trovano ancora riscontro. Basti pensare – come ebbi a dichiarare nella discussione di una mia precedente interrogazione il 9 marzo scorso in Consiglio – che, in occasione della recente interruzione dei voli sull’aeroporto di Bari per l’allungamento della pista, non è stato utilizzato in alternativa l’aeroporto di Grottaglie, ma quello, già intasato, di Brindisi. E’ sfuggita così una preziosa occasione per testare l’idoneità e l’efficacia del “M. Arlotta” per compiti diversi da quelli attuali, come appunto la gestione di un traffico passeggeri di notevole portata.
Si narra che entro l’estate sarà pronto un bando per raccogliere le manifestazioni di interesse delle compagnie aeree.
Non basta affermare, come mi ha comunicato il prof. Onesti in risposta a una mia richiesta di chiarimenti in merito, che “ove si manifestassero concrete manifestazioni di interesse da parte di Compagnie aeree di operare voli commerciali da/per Grottaglie, Aeroprti di Puglia S.p.A. sarebbe obbligata a valutarle in quanto gestore di una infrastruttura di proprietà dello Stato, compatibilmente con le normative comunitarie e nazionali”. Concretamente, il bando si farà? Questo si chiedono sia Taranto Futura, sia gli operatori commerciali e turistici in attesa di ricevere risposte che rilancerebbero lo sviluppo dell’intera area ionica (pugliese, lucana e calabrese).
E’ giunto il momento che questa annosa questione trovi finalmente uno sbocco positivo.
Mino Borraccino