“Assumere la qualità del paesaggio come fondamento dello scenario strategico per lo sviluppo del nostro Paese, nel mondo contemporaneo ormai globalizzato, è una grande opportunità oltre ad essere la risposta necessaria che le istituzioni e la politica dovrebbero dare ai cittadini rispetto alla domanda di ambienti di vita quotidiana capaci di contribuire al benessere individuale e collettivo”.
Comincia così il preambolo della Carta nazionale del paesaggio.
Ci sembra importante ricordarlo, oggi, a distanza di pochi giorni dalla Giornata nazionale del Paesaggio, istituita dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali con l’obiettivo di “richiamare il paesaggio quale valore identitario del Paese e trasmettere alle giovani generazioni il messaggio che la tutela del paesaggio e lo studio della sua memoria storica costituiscono valori culturali ineludibili e premessa per un uso consapevole del territorio e uno sviluppo sostenibile” e celebrata per la seconda volta il 14 marzo.
Ci sembra importante perché siamo tornati nell’area del fiume Galeso, di cui avevamo denunciato il degrado e la graduale trasformazione in una discarica a cielo aperto un mese fa, e abbiamo verificato che nulla è cambiato: i cumuli di rifiuti che ricoprono senza soluzione di continuità il ciglio della stradina che corre nei pressi della linea ferroviaria e passa sotto la superstrada che scavalca il Galeso, sono sempre lì, anzi, nuovi apporti ne hanno accentuato la presenza arrivando a farne una componente stabile del paesaggio dell’area.
Un paesaggio aberrante.
Un mese fa avevamo chiesto al Comune di Taranto “un intervento straordinario di pulizia dell’intera area, per asportare tutti i cumuli di rifiuti che ne distruggono la bellezza e restituirla alla fruizione della cittadinanza, e l’adozione di sistemi di videosorveglianza che costituiscano un disincentivo al suo utilizzo come discarica a cielo aperto” e “ un incontro per conoscere e discutere gli intendimenti della Amministrazione Comunale rispetto al tema del recupero e della salvaguardia del fiume Galeso”.
Dopo un mese l’Amministrazione Comunale di Taranto non ha ancora dato nessuna risposta alle richieste di Legambiente: non è dato perciò di sapere se e quando i rifiuti verranno rimossi, e cosa intende fare il Comune per restituire l’area del Galeso ad un futuro degno di questo nome. Questo risulta essere, nei fatti, l’atteggiamento concreto delle istituzioni e della politica tarantine rispetto all’obiettivo di trasmettere il messaggio che “la tutela del paesaggio e lo studio della sua memoria storica costituiscono valori culturali ineludibili e premessa per un uso consapevole del territorio e uno sviluppo sostenibile” richiamato dalla Carta nazionale del paesaggio
Ma noi non ci rassegniamo all’oblio e, con esso, alla cancellazione del fiume celebrato da Virgilio, Orazio, Marziale e tanti altri poeti dalla memoria e dal vissuto quotidiano di una città. Salvare il Galeso è importante: non è possibile che la comunità jonica, le sue istituzioni, le sue rappresentanze politiche e sociali assistano silenziose e immobili alla graduale cancellazione di un luogo-simbolo di Taranto.
Rilanciamo l’appello: Salviamo il Galeso, il fiume dei poeti. E all’Amministrazione Comunale torniamo a chiedere pubblicamente un incontro urgente e risposte concrete.