“Abbiamo contestato apertamente il Piano di riordino ospedaliero sin dalla sua prima stesura per come era articolato nella provincia di Taranto, sia sul piano generale – data l’estrema criticità in cui versa la sanità pubblica tarantina – che nelle varie articolazioni sul territorio, con prevedibili ripercussioni sulle rispettive comunità. Quella di Manduria è piuttosto decentrata rispetto al comune capoluogo, e il presidio rappresentato dal Giannuzzi rappresenta di conseguenza un importante riferimento non solo per i residenti ma anche e soprattutto per i turisti. Depotenziarlo privandolo del reparto di Nefrologia, e riducendo drasticamente il numero dei posti letto dell’Unità di Terapia Intensiva Coronarica, non è soltanto un grave errore e una sconfitta del buon senso, ma una decisione che comporta dei rischi che nessuno può e deve permettersi di correre. E le nostre preoccupazioni non sono certo isolate, ma ampiamente condivise.
Per questo è doveroso che l’esecutivo regionale, e in particolare il presidente Michele Emiliano e il direttore del Dipartimento Giancarlo Ruscitti, e i vertici dell’Asl di Taranto fermino un iter che non può trovare alcuna giustificazione, e garantiscano la qualità e la quantità delle prestazioni erogate nei due reparti del Giannuzzi. Mostrando coerenza con quanto espressamente e pubblicamente dichiarato, il rispetto e le attenzioni dovute verso un territorio in passato troppe volte ignorato e calpestato”.
Bari, 13 marzo 2018