Le ZES in primo piano nella seduta della IV commissione in cui è stato audito l’Assessore allo Sviluppo economico Michele Mazzarano, su richiesta del presidente della stessa commissione Donato Pentassuglia e del consigliere Domenico Damascelli (FI).
L’assessore ha preannunciato la prossima approvazione del relativo Piano strategico da parte della Giunta regionale in linea con i parametri fissati dal decreto “Resto al Sud”.
In Puglia è prevista la creazione di due ZES per un totale di 4.400 ettari assegnati: una Ionica interregionale con la Basilicata e l’altra Adriatica. Tra i criteri adottati l’individuazione di arre industriali produttive pubbliche libere o prevalenti con il coinvolgimento di aree portuali e nodi logistici (aeroporti, interporti, etc), con particolare attenzione agli aspetti legati alla connettività logistica e infrastrutturale con il porto di riferimento nonché all’assenza di barriere (ad esempio, i vincoli derivanti dalla presenza di aree SIN (siti di interesse nazionale in base alla quantità e qualità di inquinanti), PPTR, etc. L’obiettivo è quello di evitare investimenti che potrebbero essere “impattanti”. I settori di investimento punteranno al potenziamento delle attività produttive prevalenti nella aree interessate, a cominciare dall’agroalimentare.
La Zona Ionica interregionale presenterà per la parte pugliese due snodi principali: il porto di Taranto e l’aeroporto di Grottaglie legato al Centro intermodale di Francavilla Fontana.
La ZES adriatica farà riferimento ai poli di Foggia, Barletta, Bari e Brindisi-Lecce . Il primo si baserà sulla piattaforma logistica di Incoronata, sull’aeroporto di Foggia e sul porto di Manfredonia. Il polo di Barletta si baserà sul porto e sul centro intermodale. Quella di Bari presenterà come snodi logistici il porto, l’interporto, l’aeroporto e la piattaforma logistica di Giovinazzo. Infine Brindisi-Lecce si baserà principalmente sul porto e sull’aeroporto di Brindisi.
“Si tratta di una grande opportunità per la Puglia” ha detto l’assessore Mazzarano che ha sottolineato, tuttavia, come sia necessario fare presto per la infrastrutturazione delle aree sollecitando tutte le istituzioni interessate. A tal proposito l’assessore ha richiamato l’attenzione sullo “stato comatoso in cui versano le ASI” in cui prevale “una gestione parassitaria” che rende necessaria una riforma degli stessi.
Le ZES previste solo per le regioni meno sviluppate avranno una durata compresa tra i 4 e i 14 anni, prorogabili per altri 7. La gestione farà capo a un Comitato di indirizzo presieduto dal Presidente dell’Autorità portuale di riferimento. Le aziende interessate saranno beneficiarie di una serie di agevolazioni di carattere fiscale e amministrativo, un credito d’imposta per maxi investimenti fino a 50 milioni, tempi ridotti per autorizzazioni e procedure, oneri amministrativi e istruttori più bassi.