“Sono Elvira Mazza presidente dell’Anteas di Taranto, che sta per Associazione Nazionale di Tutte le Età Attive per la Solidarietà, che è un’associazione di volontariato, presente sul territorio dal’97 e che si occupa di solidarietà nel campo dell’assistenza, del sociale, del culturale, del tempo libero e della salute”. È iniziato così, come ogni anno nell’8 marzo, l’incontro organizzato per riflettere su uno dei temi che riguardano il mondo femminile, quello della violenza sulle donne.
“Abbiamo voluto affrontare però quest’anno il tema delle strategie da metter in atto per prevenire queste aberrazioni pensando di invitare esponenti del lavoro, della scuola, e dell’informazione” ha riferito Ida Iannelli, vicepresidente Anteas, nella sede di via Regina Elena 126.
L’Anteas è articolata su tutto il territorio nazionale con 593 associazioni e 80.978 soci aderenti (dati tesseramento 2016). Promossa dagli anziani, è aperta all’incontro con i giovani e con tutti coloro che condividono l’impegno della solidarietà civile e sociale, tenuto conto che vuole rompere il muro esistente tra le generazioni, in un’ottica di promozione sociale.
Tra il folto pubblico erano presenti il segretario generale Filippo Turi e Rita De Simone della Fnp Cisl, la segretaria generale della Cisl Scuola Mimma Vozza, la segretaria del coordinamento donne venuta da Brindisi Adele Rizzo, oltre ai relatori Mariangela Frulli segretaria Ust Cisl, Patrizia Capobianco dirigente scolastico Cpia, Dora Leserri referente della funzione strumentale “Inclusione” in sostituzione del dirigente scolastico Angela Santarcangelo impossibilitata, e in conclusione il giornalista Angelo Caputo.
Il dibattito è stato preceduto da una memorabile breve pièce teatrale, quella di Paola Cortellesi andata in onda in tv ispirata a uno fra i più gravi problemi del mondo contemporaneo: la violenza sulle donne in ambito familiare.
È la storia di Valentina e Giorgio interpretati magistralmente dagli alunni Sharon Miranda e Gaetano Saccone, con la realizzazione di Dora Leserri : “I giovani del Cabrini si sono cimentati nel raccontare la storia di due giovani che, nell’evoluzione del loro rapporto, da bambini, adolescenti, fidanzati e infine coniugati hanno evidenziato una situazione carina, di fanciullezza, di sogni da bambini. I due attori, in un crescendo di realtà, di disillusione e vita, hanno fatto venire i brividi”.
L’Ips Cabrini in collaborazione con l’Anteas ha realizzato da qualche anno, un progetto denominato “Difendiamoci Insieme”, rivolto sopratutto alle alunne frequentanti l’Istituto.
L’idea progettuale è scaturita dalla cronaca quotidiana che riporta, sempre più spesso, episodi di aggressioni, stupri e scippi, perpetrati a danno delle donne, vittime non solo da parte di malviventi sconosciuti ma anche di uomini che hanno con loro, legami affettivi.
Appare evidente che oltre ad essere educate dalla famiglia, la formazione delle ragazze deve avvenire nell’agenzia educativa deputata a questo ruolo, la Scuola, che oltretutto deve anche preoccuparsi del loro inserimento nel mondo del lavoro, visto che anche questo è prevenzione, rendendole meno soggette al “maschio”.
Sono previsti anche incontri che daranno molto risalto all’aspetto interattivo coi ragazzi con lezioni partecipate, dibattiti, con letture di documenti e utilizzo di audiovisivi e con esperti (psicologi, avvocati, giornalisti).
La realizzazione di questo progetto è combattere l’esercizio di potere che l’uomo e la società esercitano sulla donna e la violenza e ogni forma di discriminazione esercitata su di lei.
E quindi a questo punto come non ricordare proprio per l’8 marzo, festa della donna, la Santa Francesca Saverio Cabrini, di cui la scuola omonima di via Dante ha celebrato il centenario della morte il 22 dicembre scorso, la gran donna missionaria ?
Aveva scritto Papa Pio XII: “Di fatto quale cosa o chi mai potrà farla indietreggiare di un passo nella via da lei intrapresa? Ardire e coraggio, previdenza e vigilanza, avvedutezza e costanza la rendono tetragona in ogni cimento. Contro di lei non valgono a fermarla nel suo avanzamento né le autorità più venerande, ai rifiuti delle quali ella oppone imperturbabilmente la missione o il beneplacito ricevuto dalla S. Sede; né i poteri civili, che si arrendono dinanzi a lei; né gli uomini di legge, ai quali ella tien testa, e di cui sventa i cavilli con la precisione dei suoi contratti e la fermezza delle sue rivendicazioni, né i maestri dell’arte e dei mestieri, architetti, ingegneri, imprenditori e operai, ai quali ella comanda e talvolta le accade di sostituirsi. Le difficoltà economiche non l’arrestano né le scemano l’ardimento. La diffidenza in lei stessa diventa nel suo cuore immensa confidenza in Dio, appoggiata alla quale senz’altri mezzi compra, mobilia, allestisce in ospedali, in collegi, in case di opere, alberghi, palazzi, castelli. Nell’espansione del suo ardore per il bene altrui non dubitò ella forse, con un misero fondo di cassa, di intraprendere coraggiosamente l’istituzione di una scuola popolare per centinaia e centinaia di bambini ?”
Una scuola popolare allora, quella della Santa dunque, e una scuola oggi, che conserva il Suo nome, e che vuole continuare l’educazione al rispetto della persona e la formazione per una più facile inclusione nel mondo del lavoro, importante per fermare le aberrazioni e per promuovere sia la donna che l’uomo e di qualsiasi età visto che il prossimo anno riprende il corso serale.
Ci saranno anche due nuovi corsi al passo coi tempi, per nuove occupazioni richieste dal mercato: Operatore della Trasformazione agroalimentare e Management dello Sport e del Benessere.
Lo scopo è quello di far trovare altra occupazione agli studenti del Cabrini, in maggioranza donne, visto che in Puglia questi due nuovi corsi pare siano una esclusiva.
Oltre a questi rimangono in piedi ovviamente i corsi dell’indirizzo Chimico, Audiovisivo, Aziendale, Turistico e Grafico, già da tempo attivati.
Vito Piepoli