Ill.mo Signor Presidente della Repubblica,
sono un consigliere comunale di Taranto. Mi sono permesso di scriverLe per esprimere tutta la mia preoccupazione per la delicata fase che ci apprestiamo a vivere. Preso atto del risultato elettorale, l’opinione pubblica e le forze politiche confidano adesso nella Sua insostenibile e sapiente opera di analisi e mediazione. Siamo in ottime mani perché Lei saprà fare – non ho dubbio alcuno – le scelte giuste che porteranno alla formazione del nuovo governo.
Dalle urne, Signor Presidente, è venuto fuori un messaggio chiaro e inconfondibile: il Movimento Cinque Stelle è la prima forza politica del Paese. Penso che al Movimento Cinque Stelle debba perciò essere riconosciuto il sacrosanto diritto di governare. I problemi da affrontare sono tanti e particolarmente impegnativi e spetta dunque a loro trovare le soluzioni, attuando il programma in nome del quale hanno chiesto ed ottenuto un consenso che essi stessi hanno definito “trionfale”.
Governare è un loro diritto e dovere. Glielo hanno chiesto i cittadini italiani. Il popolo sovrano ha scelto!
Sommessamente ricordo a me stesso la definizione di democrazia data da Norberto Bobbio: la democrazia è il governo del potere in pubblico. È il potere che non si nasconde alla vista dei cittadini, è il potere che si esercita alla luce del sole sulla base del mandato ricevuto, è il potere che decide e decidendo si espone al giudizio della pubblica opinione. È questo il gioco, semplice e sofisticatissimo, della democrazia.
Mi perdoni se ricordo a me stesso questi passaggi ma credo che il Paese abbia necessità proprio di questo: di ruoli distinti, di una chiara assunzione di responsabilità. Chi ha vinto governi, chi ha perso faccia l’opposizione. Certo i numeri impongono aggiustamenti e accordi, come prevede la prassi in questi casi, al fine di varare un governo capace di ottenere la maggioranza in Parlamento. Ma la guida del governo deve essere riconosciuta alla prima forza politica d’Italia.
So bene, illustre Signor Presidente, che lei conosce perfettamente queste dinamiche e se mi sono comunque permesso di distogliere per alcuni minuti la Sua attenzione, sottraendoLa ai suoi importanti compiti, è solo perché mi faccio interprete, da rappresentante istituzionale di una città di circa duecentomila abitanti, di un disagio sociale alimentato non solo dalla crisi economica e dalla disoccupazione ma anche da incomprensibili logiche politiche che non di rado hanno tradito, nel recente passato, la volontà del popolo. Quella volontà che esercitandosi con il diritto di voto rende autentica e viva la nostra Costituzione, e forte e solida la nostra democrazia.
Ma Lei che tutti ci rappresenta e tutela, farà, come sempre, il bene dell’Italia e degli italiani.
E di questo La ringrazio immensamente.
Ossequiosi Saluti
Il Consigliere Comunale e Provinciale di Taranto
Piero Bitetti