Come lizzanesi vorremmo che il nostro primo cittadino fosse salito agli onori delle cronache per iniziative di valore che contraddistinguono nel bene l’amministrazione di questo paese e invece…
E invece il Sindaco di Lizzano Dario Macripò è stato condannato a sei mesi per il reato di abuso d’ufficio. La decisione del Tribunale di Taranto, che peraltro ha concesso la sospensione della pena e lo ha condannato al risarcimento dei danni alla parte civile, ci ricorda nuovamente una triste e troppo personalizzata gestione delle funzioni di primo cittadino e di amministrazione della res publica, che più volte abbiamo denunciato in tutti questi anni.
L’oggetto della condanna risale al 2010, quando durante un acquazzone al Sindaco fu impedito di accedere a scuola con l’auto personale, per accompagnare il proprio figlio.
Dopo tale accaduto, il primo cittadino dispose, attraverso un’ordinanza sindacale, il divieto di sosta dei veicoli all’interno delle strutture scolastiche. Per la Procura della Repubblica l’ordinanza sarebbe stata firmata in violazione del decreto legislativo del 2000 “in difetto dei necessari presupposti di contingibilità ed urgenza” e perciò senza motivazione adeguata.
In sostanza, una gestione personalizzata del potere a scapito di altri cittadini e senza motivo.
Usiamo parole crude, ma efficaci per ricordare, semmai ce ne fosse bisogno, che spesso gli atti decisi da questa amministrazione hanno lasciato l’amaro in bocca ai lizzanesi ed hanno dato adito ad interpretazioni diverse da quelle date dagli amministratori.
Diceva un vecchio politico che “a pensar male si fa peccato, ma molto spesso ci si azzecca”.
Come Circolo Sinistra Italiana di Lizzano ci auguriamo che la prossima amministrazione del comune di Lizzano, sia più rispettosa nelle regole, nella forma e nella sostanza.