La gestione dei rifiuti soliti urbani costituisce una questione complessa, che va indubbiamente al di là dei confini pulsanesi. Nel processo sono da considerare numerosi fattori: in primis i siti di stoccaggio, le operazioni di recupero dei materiali, gli A.R.O. e la propria organizzazione, senza sottovalutare la filosofia che lo Stato italiano intende perseguire ed applicare in tal senso.
Ciononostante una amministrazione locale conserva il proprio potere decisionale in merito alle soluzioni da attuare in ambito logistico e di coordinamento delle operazioni, disposizioni e scelte sulle quali sono stati commessi, a nostro avviso, degli errori da parte di chi ha governato Pulsano sino ad oggi. Tali errori potevano essere evitati e, soprattutto, potevano accorciare di molto i tempi di attuazione di un programma concreto.
Nello specifico, si fa riferimento alla carenza di progetti di sensibilizzazione ed educazione alla raccolta differenziata rivolti ai cittadini, ai tempi biblici di apertura del centro di raccolta, alle problematiche relative alla collocazione di quest’ultimo. A ciò si aggiunge il particolare ritardo nell’affidare la gestione della raccolta ad una seconda società, sganciando Pulsano da una azienda in odore di mafia (come attestato dalle indagini della magistratura), salvaguardando, quindi, gli stessi lavoratori. Solo oggi si è difatti giunti alla conclusione di istituire finalmente una gara, misura necessaria che il Candidato Sindaco Emiliano D’Amato aveva già espresso pubblicamente in consiglio comunale. Nel frattempo si sono inevitabilmente persi anni preziosi, a scapito della comunità.
Per la coalizione Pulsano Bene Comune non è più tempo di esitazioni: è necessario iniziare a differenziare in modo serio, a prescindere da “ciò che accade ai rifiuti” come qualcuno molto spesso sussurra in paese. Un sistema di differenziazione che funziona è il primo segnale di civiltà e cultura all’interno della società, a cui occorre affiancare un servizio di controllo in grado di colpire pesantemente chi crede che il nostro territorio sia una immensa discarica sul quale abbandonare ogni tipo di rifiuto.