Siamo la città delle “isole” luoghi in cui purtroppo da tempo non si costruisce il senso di comunità e in cui anche i problemi e i bisogni rimangono isole individuali. Il nuovo Piano Urbanistico Generale della città di Taranto pertanto non è solo una esigenza strutturale ma anche una emergenza sociale che interessa migliaia di cittadini e lavoratori.
Così Paolo Peluso, segretario generale della CGIL di Taranto alla presentazione del piccolo tour predisposto dal sindacato confederale a sostegno dell’attività di partecipazione pubblica proposto dal Comune di Taranto in vista della definizione del nuovo documento di programmazione urbanistica.
Il vecchio Piano regolatore di Taranto sovrastimava presenze demografiche e sviluppo integrativo rispetto alla monocultura industriale – spiega Peluso – oggi pertanto si tratta di correggere quella previsione e soprattutto contenere gli effetti dispersivi di una politica urbanistica che ha creato quartieri dormitorio, aree di abbandono, sacche di povertà e luoghi simbolo di questa decadenza.
Il tour della CGIL partirà il prossimo 5 febbraio a Talsano e si concluderà il 19 febbraio dall’altra parte della città, a Paolo VI.
Una città che per estensione anche nel rapporto con il valore demografico supera molte metropoli italiane – commenta Peluso – e che oggi va ridisegnata partendo dall’occasione che ci offre questa fase di programmazione.
Così quartiere per quartiere la CGIL andrà a sondare i bisogni anche attraverso il contributo sapiente di esperti e tecnici della materia: storici come Salvatore Romeo e Giuseppe Stea, esperti in green infrastucture come Francesco Pasculli, conoscitori delle dinamiche del commercio come la segretaria generale della FILCAMS Puglia Barbara Neglia, la professoressa Lara Marchetta cultrice in diritto della navigazione ed esperta sulla pianificazione costiera, Alberto Fiorillo, responsabile aree urbane della Legambiente nazionale, il giornalista Enzo Ferrari redattore di un lavoro sui 50 anni del quartiere Paolo VI e Angela Barbanente già assessore all’urbanistica della Regione Puglia e ordinaria di tecnica urbanistica e pianificazione territoriale del Politecnico di Bari.
L’urbanistica è cura della bellezza, tutela del patrimonio, è servizi efficienti per giovani, anziani, famiglie, ed è per noi soprattutto lavoro – commenta ancora Peluso – E proprio per tale ragione nel processo di ascolto del territorio sono coinvolte tutte le categorie di lavoratori.
Il tavolo di coordinamento del lavoro sul PUG è affidato a Mino Bellanova.
Di seguito alcuni dei punti programmatici proposti dalla CGIL che saranno arricchiti dagli stimoli territoriali e dai focus tematici che si terranno nei quartieri.
BOZZA PROGRAMMATICA CGIL – VERSO IL PUG
La CGIL di Taranto partecipa al percorso di costruzione del nuovo Piano Urbanistico Generale della città e lo fa non solo mobilitando le sue strutture territoriali e le singole categorie, ma allargando anche la base della discussione rapportandosi con le singole realtà urbane, i quartieri, che costituiscono “l’arcipelago” territoriale delle “isole” tarantine. Isole che non corrispondono esclusivamente a luoghi fisici circondati dal mare, come nel caso della città vecchia, ma a luoghi che per caratteristiche logistiche, sociali, assistenziali e relative alle opere infrastrutturali impediscono di fatto alla città di trasformarsi in una comunità viva, omogenea e dialogante.
Vogliamo partire dalla socializzazione di una nostra idea di sostenibilità urbana, vivibile e moderna, basandoci almeno su quelli che definiamo i due cardini prioritari :
– Il potenziamento dei collegamenti attraverso una mobilità sostenibile incentivata e maggiormente fruibile , attraverso una riorganizzazione della viabilità che potenzi, migliorandolo ,il trasporto pubblico, i collegamenti ciclabili e l’allargamento delle eree pedonali.
– L’abbattimento del senso di solitudine ed abbandono attraverso la riorganizzazione e il potenziamento del tessuto sociale cittadino, con il potenziamento dei luoghi di aggregazione e di arricchimento culturale,aperti alla fruizione a giovani e anziani, almeno uno in ogni isolato quartiere.
A tal fine abbiamo predisposto una serie di appuntamenti di approfondimento che nei diversi quartieri della città proverà a fare il punto su alcune tematiche strettamente connesse al PUG con l’intento di contribuire alla formulazione delle linee programmatiche che riguarderanno lo sviluppo urbanistico della città.
Dal cuore della città (Città vecchia e Borgo), fino alle periferie a nord e sud della città, si intende sviluppare un dibattito sull’urbanistica come strumento per includere, riorganizzare i servizi, rigenerare i luoghi dell’abbandono, ridurre le distanze, con lo specifico e primario intento di creare sviluppo e quindi lavoro, tutelato e di qualità.
Per farlo sarà indispensabile una concreta interazione con “luoghi di lavoro” e “luoghi della formazione” che agiscono direttamente sia sull’attuale assetto geografico della città, sia su quello dell’input culturale. Pensiamo ai grandi insediamenti industriali (ILVA, ENI, Arsenale, servitù militari), ma anche all’Università quale attrice dei nuovi bisogni dei cittadini di domani.
La politica urbanistica che proponiamo stabilisce un veto assoluto sull’ulteriore consumo del territorio, lungo assi periferiche che sino ad oggi hanno prodotto un allungamento della città non corrispondente ad una vera esigenza urbanistica o demografica, ma rispondente unicamente a esigenze di mera speculazione che hanno creato solo infinite periferie.
La città consolidata e sviluppata sulla base di stime e rapporti squilibrati del vecchio Piano Regolatore cittadino, va contenuta nelle aree attualmente urbanizzate, anche in ragione della possibile disponibilità di aree demaniali che attendono da anni un recupero o addirittura una restituzione alla città, come ad esempio l’antica area della Stazione Torpediniere lungo l’affaccio a mare del Borgo che la Marina Militare secondo accordi ormai datati avrebbe dovuto riconsegnare al Comune in cambio di aree già concesse lungo la costa di Mar Grande.
A tal proposito si rende urgente la definizione del Piano Comunale delle Coste, l’importante strumento per la “zonizzazione” e l’individuazione delle destinazioni urbanistiche dei diversi chilometri di risorsa costiera, da quelli relativi alla città vecchia su cui come CGIL proponiamo un ritorno alle funzioni dedicate alla pesca e al turismo, a quelle fino alle aree di Lido Azzurro, Tamburi, Borgo, Lama, San Vito e Talsano, vanno innanzitutto liberate da condizioni di abusivismo e degrado per tornare a funzioni di sviluppo legate ai settori specifici già evidenziati.
Il lavoro che si sta compiendo attraverso il DPP dovrà analizzare e fotografare anche l’attuale condizione del patrimonio urbanistico della città. In tal senso anche nell’ottica di una possibile riperimetrazione delle aree industriali il rapporto con le fabbriche (militari e non) che insistono sulla città dovrà basarsi su una condizione di verità e conoscenza. Sarà indispensabile a questo scopo non solo un rapporto di scambio o cessione di aree con le realtà in questione, ma anche una valutazione preliminare che certifichi la condizione ambientale di quelle porzioni di territorio sfuggite sin ad ora al controllo dell’ente civico, anche in vista di potenziali bonifiche e riutilizzi previsti dal nuovo PUG.
Ricucire le “isole” della città di Taranto significa anche fornire una risposta adeguata al bisogno di BES (Benessere Equo e Sostenibile) che consenta al territorio urbano di risalire nelle classifiche nazionali sulla qualità della vita e scongiurare il rischio di una ulteriore “marginalizzazione” delle periferie, ponendo ad esempio particolare attenzione al completamento delle opere primarie ancora oggi mancanti (acqua, luce, fogna, illuminazione stradale, gas) in molti quartieri della città, ma intervenendo con celerità su condizioni in bilico che non possono più attendere la pianificazione del PUG (città vecchia e borgo umbertino in particolare) o sulle decisioni di ubicazione di maggiori e nuovi servizi di offerta sanitaria territoriale (leggi non solo nuovo Ospedale) che ancora non rispondono alle esigenze urbanistiche di corollario riferite a questi nuovi insediamenti.
I piani di intervento e recupero che potranno essere messi a punto in tal senso dovranno tener conto di politiche relative all’housing sociale, cioè case per fasce socialmente meno abbienti della città, non necessariamente di nuova costruzione ma in grado di rispondere all’emergenza colmando anche i vuoti urbani che spesso corrispondono ad abbandono e successivo degrado. Questa operazione dovrà necessariamente essere accompagnata da una azione di censimento del patrimonio pubblico esistente e delle graduatorie per l’assegnazione delle case comunali al fine di ristabilire lo stato di diritto e debellare situazioni di occupazioni illegittime e non regolarizzate dalla normativa vigente.
Tenendo conto delle linee guida del rapporto ISTAT sulle BES, che molto hanno a che fare con il nuovo sviluppo urbanistico della città, la CGIL svilupperà una serie di confronti non solo sul benessere economico (e quindi lavoro e produzione), ma anche su indicatori particolarmente significativi per Taranto come la salute, l’istruzione e la formazione, il lavoro e la conciliazione dei tempi di vita, le relazioni sociali, la sicurezza, la conservazione e la fruizione del patrimonio culturale, la tutela dell’ambiente, il grado di innovazione e la qualità dei servizi.
Infine, non mancherà uno specifico focus sulla proposta di Piano della Mobilità che va integrato certamente con il Piano Urbanistico Generale, ragionando in termini di città sostenibile, con misure quali: incentivi alla mobilità sostenibile, chiusura di zone al traffico veicolare, creazioni di sistemi di piste ciclabili con incentivi all’acquisto di vetture e di biciclette elettriche, investimenti nel trasporto pubblico in modo da potenziarne la fruizione a cittadini e lavoratori. Ma anche la creazione di parchi cittadini e grandi aree verdi, interventi volti al risparmio energetico, incremento di reti ferroviarie efficienti, diffusione di orti urbani ed infrastrutture verdi, utilizzo di carburanti rinnovabili per mezzi pubblici, creazione di grandi aree di snodo per parcheggi di auto e bus urbani ed extraurbani.
Lungo queste direttrici si muoverà il confronto promosso dalla CGIL in tutti i quartieri della città.