Premesso che – In data 25/10/2016 il Consiglio Regionale della Puglia, ha approvato all’unanimità la mozione da me presentata (e che a questa interrogazione si allega sub “allegato a”) finalizzata ad impegnare la Giunta regionale a rivedere la scelta del percorso pugliese delle vie Francigene, compiuta con la Deliberazione di Giunta Regionale n. 1174 del luglio 2013, includendovi anche il territorio di Taranto e della sua provincia al fine di far partecipare l’area jonica alle misure di valorizzazione, promozione e recupero destinate a tali itinerari;
– In data 14/02/2017 con delibera di G.R. n. 190 la Regione ha approvato un Protocollo d’intesa tra Regione Puglia e l’Associazione Europea delle Vie Francigene sull’ “Estensione alla via Francigena nel Sud per la certificazione di un “Itinerario culturale del Consiglio d’Europa” nel quale Non vi è traccia di riferimenti al territorio jonico, nonostante la diversa volontà espressa dal Consiglio Regionale all’atto dell’approvazione della succitata mozione a mia firma;
– Dopo numerose sollecitazioni orali, in data 10/01/2018 lo scrivente ha chiesto tramite email destinata all’Assessore competente e al Presidente della Regione Puglia, al Presidente del Consiglio Regionale e al direttore del dipartimento cultura e turismo, di rivedere la decisione sopra indicata senza ricevere risposta alcuna da nessuno degli interlocutori;
Considerato che
– tale dimenticanza, oltre a rappresentare un danno per il territorio di Taranto e la sua provincia, che risulta pertanto privato della possibilità di partecipare alle misure di valorizzazione, promozione e recupero destinate a tali itinerari, costituisce anche una negazione di verità storicamente accertate e ampiamente documentabili che attestano la centralità dell’area jonica negli itinerari religiosi percorsi in epoca medioevale e che in appresso si prova brevevemente a riassumere:.
Un lungo tratto della via Francigena coincide con la via Appia (Roma-Taranto-Brindisi), considerata l’asse principale di tutte le comunicazioni dell’Impero Romano, che conservò il suo ruolo di arteria di comunicazione durante tutto il Medioevo.
Taranto era inoltre crocevia di un fitto reticolo viario che comprendeva ben cinque arterie principali (la via Appia da Roma, la via Appia per Brindisi, la mulattiera per Bari, la via per il Salento e quella per il Bruzio) nonché numerose strade secondarie utilizzate dai pellegrini per recarsi a Roma, Santiago di Compostela, presso la Grotta dell’Arcangelo Michele sul Gargano e presso una serie di santuari minori.
L’utilizzo da parte dei pellegrini diretti in terra Santa dell’ultimo tratto della via Appia, da Taranto a Brindisi, è testimoniato da numerose fonti storiche, tra cui l’ “Itinerarium Bernardi monachi Franci”, documento storico di grande importanza che attesta le tappe di viaggio di un monaco bretone dell’Abbazia di Mont Saint- Michel che compì un pellegrinaggio in Terrasanta tra l’867 e l’870, imbarcandosi proprio da Taranto, e l’Itinerarium Burdigalense del 333 d.C, che costituisce il più antico racconto conosciuto di un itinerario cristiano, scritto da un anonimo pellegrino durante il viaggio da Burdigala, l’attuale Bordeaux, fino a Gerusalemme.
Lo stesso San Cataldo, patrono di Taranto, era un monaco irlandese di ritorno da un pellegrinaggio in Terra Santa, che sbarcò a Taranto “sub habitu peregrini”.
Oltre a queste vie di collegamento che interessavano direttamente il capoluogo, è storicamente accertato che i pellegrini utilizzassero anche strade alternative, ritenute più brevi e sicure: anche questa circostanza è testimoniata dalla presenza di una serie di santuari minori ancora considerati luoghi di culto e di devozione dalle popolazioni locali. Si tratta di luoghi che conservano ancora tracce visibili del passaggio di flussi di pellegrini, come iscrizioni e croci templari incise in diverse chiese rupestri a Massafra, Laterza, Palagianello e Statte (in particolare la Chiesa di Santa Lucia di Palagianello e l’ipogeo di San Posidonio a Massafra).
Nel territorio tarantino è attestata anche la presenza di flussi di pellegrini diretti a Santiago di Compostela, come dimostrato da conchiglie giacomee rinvenuta in alcune tombe a Laterza e dalla presenza di una chiesa rupestre dedicata proprio a San Giacomo con affreschi raffiguranti pellegrini dotati delle caratteristiche insegne: bastone e conchiglia.
Un’ulteriore tangibile e preziosa testimonianza è rappresentata dal monastero di Santa Maria della Giustizia, situato a 3 km da Taranto, sulla SS 106 per Reggio Calabria, voluto nell’anno 1119 da Costanza di Francia e Boemondo II ed utilizzato per realizzarvi una domus ad uso dei pellegrini.
In tale complesso fu ospitato l’Hospitium peregrinorum, citato nella Bolla del 1188 del Papa Clemente III, con lo scopo di accogliere i pellegrini diretti in Terrasanta (come dimostrano le numerose iscrizioni e testimonianze presenti all’interno) nonché fungere da ospedale per i pellegrini malati.
Il porto di Taranto, infatti, fu individuato in una bolla di Pasquale II del 15 febbraio 1113 come uno dei sei porti della Regione Puglia utilizzabili dai crociati per l’imbarco in Terra Santa (gli altri erano Siponto, Barletta, Bari, Brindisi, Otranto) .
-che la scelta compiuta dall’Assessore alla Cultura rappresenta una evidente mancanza di rispetto nei confronti della volontà sovrana del Consiglio che all’UNANIMITA’ aveva esplicitamente approvato una volontà diversa da quella poi adottata dalla Giunta con delibera 190 del 14/02/2017;
INTERROGO
L’ASSESSORE alla Cultura al fine di comprendere
Se intende rivedere il protocollo d’intesa sottoscritto con l’associazione europea delle vie francigene ottemperendo cosi alla volontà espressa esplicitamente dal Consiglio inserendo Taranto e l’area jonica nel percorso degli itinerari culturali del Consiglio d’Europa e riconoscendo di interesse regionale il suo innegabile e consistente patrimonio di valore storico-artistico-culturale e religioso.
dott. Gianni Liviano
Consigliere regionale