E’ arrivato il momento di dare dignità ad un comparto indispensabile che purtroppo da anni non incontra, se non occasionalmente o per motivi di mero calcolo elettorale, l’attenzione della politica e delle istituzioni. Dal 15 giugno è probabile che i 60 operai con contratto di somministrazione dell’ARIF (Agenzia Forestale della Regione Puglia) tornino a svolgere il servizio antincendio nella nostra provincia, ma resta ancora lontana una ipotesi di strutturazione di un bacino occupazionale che si occupi delle tante emergenze del nostro territorio: da quelle collegate alla conduzione dei boschi fino a quelle connesse al fenomeno del dissesto idrogeologico.
Così Daniele Simon, segretario provinciale del NIDIL CGIL, che commenta il risultato raggiunto ieri nell’incontro che i sindacati regionali hanno tenuto con il direttore dell’ARIF Domenico Ragno.
Da giugno a settembre questi operai, compatibilmente con le risorse disponibili, potrebbero vedersi riconoscere la continuità occupazionale – dice Simon – ma il settore che si dovrebbe occupare anche della ricognizione delle falde acquifere, così come della manutenzione delle aree umide e dei boschi, dovrebbe finalmente abbandonare la logica degli interventi spot e guadagnarsi risorse idonee per un progetto di cura complessiva del territorio.
Questa nostra rivendicazione trova spazio nella piattaforma che come sindacato confederale stiamo mettendo in piedi per conquistare sempre più fette di lavoro green a Taranto in particolare – spiega il segretario del NIDIL di Taranto – ma anche per restituire centralità alle tematiche che attengono le opere a sostegno del comparto agricolo, forestale e turistico.
Sull’ipotesi di parentopoli per un gruppo di interinali che secondo alcune fonti giornalistiche avrebbero collegamenti diretti con funzionari dell’ARIF Daniele Simon aggiunge: “chiederemo informazioni dettagliate su quanto riportato oggi dalla stampa, nella speranza che si faccia piena luce su quanto denunciato e con il fine di restituire trasparenza e efficacia ad un settore che invece potrebbe essere strategico per il futuro occupazionale della nostra provincia”.