Avevamo riposto grandi aspettative nell’iniziativa del Sindaco di Taranto e del Presidente della Regione Puglia che preannunciavano una proposta di Accordo di programma che fosse più avanzata sul piano delle tutele della salute e della certezza di attuazione del piano ambientale, delle bonifiche e dell’innovazione tecnologica da parte di Arcelor Mittal e dell’Amministrazione Straordinaria in ILVA, rispetto alla bozza di protocollo d’intesa proposto dal Governo qualche giorno fa.
Ne siamo rimasti molto delusi, almeno per tre ragioni fondamentali.
La prima. Il Sindacato è assolutamente escluso dall’ipotesi di Accordo di Programma. Cosa del tutto inusuale, trattandosi di materia con ricadute sul lavoro, benché finalizzato prevalentemente alle tematiche ambientali e di tutela della salute.
Ne consegue che nella bozza di Accordo non c’è nessun riferimento alla tutela e garanzia per i lavoratori che si sono insinuati al passivo nella procedura di liquidazione di ILVA SPA, ma solo per le imprese, peraltro con proposta di soluzioni transattive extra ordinem.
Come manca un chiaro riferimento alla tutela dei lavoratori in appalto, per i quali sia a livello nazionale, nell’ambito della trattativa nazionale, che a livello locale, nell’ambito del tavolo istituzionale del C.I.S: (Contratto Istituzionale di Sviluppo) le Organizzazioni Sindacali avevano più volte posto in termini di adozione della ‘clausola sociale’.
La seconda. Vengono proposte soluzioni tecnologiche alternative, addirittura sull’utilizzo del gas per la ripartenza dell’AFO5. Posta la necessità di dimostrare che ciò sia realmente possibile e su questo attendiamo, ad esempio, il Piano infrastrutturale di interventi proposto dalla Regione per l’arrivo del gas direttamente sotto l’ILVA, ci meraviglia anche in questo caso l’esclusione dei rappresentanti dei lavoratori, non foss’altro per le ricadute in termini di ricadute occupazionali e, quindi, da valutarsi all’interno della trattativa complessiva con Arcelor Mittal Investco.
La terza. Ricordando che anche la CGIL e la FIOM di Taranto avevano a suo tempo presentato le proprie osservazioni alla proposta di modifica AIA presentata da Arcelor Mittal Investco e che abbiamo molto lamentato il mancato accoglimento di tante di quelle osservazioni, specie nella richiesta di inserire la Valutazione del Danno Sanitario all’interno della stessa AIA, avevamo avuto modo di apprezzare che le pressioni esercitate dal Sindacato tutto, dalla comunità locale e dagli Enti Locali stavano producendo effetti positivi (anche se da noi giudicati ancora non sufficienti) sul piano degli interventi ambientali e dell’anticipazione di importanti interventi quali la copertura parchi. Ci ritroviamo ora di fronte ad una ipotesi di Accordo di Programma macchinosa sul piano burocratico, che raddoppia organismi di controllo, di fatto però diluendo le responsabilità su un aspetto dirimente come quello della salute.
Su questo importante livello di confronto come CGIL ci attendiamo invece uno snellimento delle procedure amministrative fermo restando il rigore delle stesse e la puntuale responsabilità di tutti i ruoli istituzionali coinvolti. Impegni e parole precise partendo dal piano sanitario fino all’ipotesi di de carbonizzazione e utilizzo del gas.
A tal proposito avremmo apprezzato il rilancio del progetto sul Centro Salute e Ambiente a Taranto, con precisi impegni in tema di assunzioni ARPA e di certa prospettiva di potenziamento delle strutture sanitarie specie nel campo della prevenzione da un lato e delle cure (oncologia, oncologia pediatrica, ecc.) la cui precarietà è ormai denunciata da più parti.
Vediamo un rischio di ulteriore slittamento di quegli interventi di cui si è chiesta insistentemente l’anticipazione. Basti pensare che solo i tempi di applicazione dell’Accordo di programma farebbero slittare ancora di qualche mese persino la copertura dei parchi minerari.
La CGIL di Taranto resta sempre aperta al confronto come ha dimostrato nei diversi incontri tenutisi in passato con il Presidente della Regione e con le diverse richieste d’incontro (sebbene inevase) rivolte al Sindaco di Taranto.
Ma non può accettare che i lavoratori diretti e degli appalti ILVA restino senza voce in questa contesa tutta istituzionale, mentre la fabbrica vive una condizione palesemente sempre più drammatica.
Taranto, 15 gennaio 2017