Ho presentato una mozione per il ritorno in Puglia di migliaia di docenti che dopo anni di precariato sono stati immessi in ruolo in regioni del Centro – Nord d’Italia.
Tale situazione è stata generata dalle nefaste politiche di riduzione dei posti organico messe in atto dai Governi Berlusconi nel Mezzogiorno e non abrogate dai Governi Renzi e Gentiloni, fenomeno che ha determinato la formazione di classi numericamente abnormi, con il conseguente abbassamento della qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento. Una situazione che, a causa dell’estrema esiguità di posti vacanti in organico in Puglia (gli unici verso cui si può esercitare il diritto alla mobilità), non si profila di breve durata, come invece era stato assicurato dal Governo Renzi.
Ma c’è anche un aspetto umano da considerare: allo stato attuale numerosi nuclei familiari di docenti pugliesi restano divisi dall’esodo verificatosi in virtù della nomina in ruolo in altre regioni, con i prevedibili disagi che ne derivano.
Questo non è un problema solo pugliese, ma riguarda tutte le regioni meridionali.
Pertanto, la mozione impegna il Governo regionale, e in particolare l’Assessore al Diritto allo Studio, a promuovere, d’intesa con le altre Regioni del Mezzogiorno, nella sede naturale della Conferenza Stato – Regioni, una vertenza per riconoscere al Mezzogiorno il recupero dei posti tagliati negli anni scorsi dai Governi che si sono succeduti; ad aumentare quindi il numero delle classi funzionanti, con il beneficio ulteriore di ridurre il numero di alunni per classe e a consentire in tal modo ai docenti pugliesi immessi in ruolo in sedi lontane di rientrare al più presto nei territori di origine, a tutto vantaggio delle nostre popolazioni scolastiche.